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"Dov'è finita la sinistra?". Il Pd nella bufera non fa mea culpa

I parlamentari dem continuano ad attaccare il centrodestra ma vangono abbandonati dalla propria base. Il video della giovane Ornella li inchioda. E gli iscritti crollano

"Dov'è finita la sinistra?". Il Pd nella bufera non fa mea culpa

Il Pd si avvicina sempre di più alle primarie in piena crisi d'identità. Una crisi messa ulteriormente in evidenza dal video virale Ornella Casassa, la giovane architetto che, dopo aver raccontato di aver rifiutato un lavoro sottopagato, si chiede dove sia finita la sinistra, e dal drammatico crollo degli iscritti al partito.

In queste ultime settimane, infatti, il Pd è sembrato concentrare le sue energie maggiormente sul caso del terrorista Alfredo Cospito, in sciopero della fame da oltre cento giorni in segno di protesta per il regime di 41-bis al quale è sottoposto, piuttosto che sui problemi reali dei suoi elettori. "Stiamo facendo più cagnara per un terrorista come Cospito più che per la questione delle bollette...", è una delle tante frasi che ilGiornale.it ha carpito in ambienti vicini a Largo del Nazareno. I parlamentari dem, però, fanno quadrato sul caso Cospito, convinti che sia necessario rispondere al governo colpo su colpo su questa vicenda e che ciò non precluda di occuparsi anche dei temi sociali. "Veramente noi non abbiamo concentrato particolare attenzione sul caso Cospito, semmai siamo stati aggrediti a freddo e senza motivo da maggioranza e governo", premette il deputato Matteo Orfini, ricordando la contrarietà del centrodestra nel "votare sul salario minimo come prima misura proprio per contrastare il precariato". Ma non solo. "In questi primi mesi di legislatura non abbiamo fatto altro che porre temi sociali. La risposta - dice polemicamente Orfini - è stata che le vere emergenze erano prima i rave, poi i migranti, poi i bilanci delle società di serie A. Mai il lavoro, mai il precariato, mai la povertà". Anche Chiara Gribaudo, ex orfiniana e oggi coordinatrice della mozione Elly Schlein, attacca la maggioranza, colpevole di "voler parlare del caso Cospito per nascondere le altre uscite improprie (per usare un eufemismo) del suo governo. Vedi l’ultima di Fazzolari". La deputata piemontese, poi, attacca i Cinquestelle che fatto cadere il governo Draghi proprio il giorno in cui, in Commissione Lavoro, la sinistra chiedeva all'esecutivo l’approvazione del salario minimo e lo stop ai tirocini extracurricolari.

Paola De Micheli, candidata alle primarie del Pd, interviene sulla storia di Ornella Casassa con un post su Facebook nel quale traccia chiaramente la linea: "Dobbiamo tornare il partito della trasformazione se vogliamo davvero un lavoro giusto. Chiediamo un nuovo Statuto dei lavori, prevedendo un welfare per le partite Iva, un reddito universale per i periodi di disoccupazione, un equo compenso, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario". Anche Gianni Cuperlo, un altro candidato alle primarie, prende molto seriamente il video-denuncia della giovane Ornella e, interpellato da ilGiornale.it, rilancia tra le priorità "una legge sul salario orario minimo legale e una sulla rappresentanza per disboscare la giungla di contratti firmati da associazioni datoriali e sindacati non rappresentativi". Sulla vicenda Cospito, invece, Cuperlo ritiene che "sia giusto preservare lo stato di diritto, garantire a ogni detenuto condizioni compatibili col suo stato di salute", ma respinge con fermezza "la polemica aggressiva e irricevibile di parte della maggioranza che accusa il Pd di collusione con mafie e terrorismo". Il senatore Enrico Borghi spiega che "il corretto funzionamento del sistema democratico è la premessa per poter affrontare tutte le questioni sociali, e quindi anche il grande tema del lavoro sottopagato".

Insomma, "le cose non sono contrapposte, al contrario si legano", sentenzia il senatore piddino, allineandosi al sentire comune che aleggia dentro il Pd.

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