La Buvette

PD = partito della ZTL

Il "caso Roma" e le scelte scellerate del sindaco Gualtieri: estendere la Ztl per 21 Km, anche in quartieri lontani dal centro dove, ogni mattina, migliaia di romani si recano per lavorare

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Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.

Scaldate i motori…Questa settimana vi portiamo fuori dai Palazzi della politica, in periferia. In quella romana per la precisione. Sconosciuta soprattutto al Partito Democratico che la ignora. Anzi, la disprezza. È evidente, a dirlo sono i fatti, a parlare sono le scelte della giunta dem. Già, perché il sindaco ed ex ministro dell’economia Roberto Gualtieri ha deciso: da novembre estenderà la Ztl del comune di Roma. Di quanto? Ben 21 chilometri, mica pochi. Un torto contro tutti quei cittadini che, ogni mattina, all’alba, al suono della sveglia, sono costretti a prendere la macchina per dirigersi nel centro della città e lavorare. Produrre. “Beh, potrebbero prendere i mezzi pubblici” direte voi, ma a Roma quelli che non vanno a fuoco non funzionano. Bus sgangherati vengono rallentati dalle buche e dal traffico per non parlare, poi, della metropolitana, affollata e quasi sempre in ritardo. Oltre 12 minuti l’attesa per chi è costretto a prendere la famosa linea B1 o B2. Mica pochi per chi ha un orario da rispettare. Per chi alle 8.30 deve essere in ufficio.

Una “fascia verde”, così l’hanno chiamata, che impedirà grazie a 51 varchi videosorvegliati ai mezzi più vecchi di circolare nei giorni feriali dalle 7.30 alle 20.30. Insomma, per tutto il giorno. Una follia in nome dell’ambientalismo e il sindaco sembra non volersi fermare. Sono già partiti, infatti, i lavori di scavo e sono già stati montati i cartelli che indicano che il tratto è interdetto al passaggio di auto, moto e camion a benzina Euro 3 e diesel Euro 4. E la rabbia dei cittadini aumenta, di giorno in giorno. Cittadini che si sentono sempre di più ghettizzati.

*ASCOLTA IL PODCAST PER LA REAZIONE DEI CITTADINI DI ROMA*

Ma non sono solo i cittadini a protestare, anche in Campidoglio c’è chi si dice contrario. Vi sorprenderà ma anche i Verdi e Sinistra italiana dicono “sindaco fermati”. Altro che battaglia di destra, è una battaglia per la civiltà. Per il sociale. È una battaglia per gli ultimi, per le fasce deboli, per chi non ha la possibilità economica per poter vivere in centro, all’ombra del Campidoglio, ad un passo da Piazza Navona o a fontana di Trevi. Per chi non si può permettere una macchina elettrica o ibrida.

Che ne sa il sindaco, lui che si sposta in auto blu, lampeggiante e sirena per evitare il traffico. Che ne sa chi è abituato a vivere nel lusso e si permette anche di giocare a candy crush durante il consiglio comunale. È evidente, nel Partito Democratico non hanno idea di cosa sia il sacrificio, di cosa significhi vivere e lavorare in una città con uno stipendio da 1.200 euro al mese. Lo dicono i fatti. Lo dice la scelta folle di Gualtieri che, da novembre, chiuderà la città a chi non può permettersi un’auto all’ultimo grido.

Alla maggior parte degli italiani per intenderci.

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