Il Pdl apre la borsa: campagna elettorale da 8 milioni di euro

I due pacchi di bandiere ancora piegate vicino agli ingressi del teatro Capranica la dicono lunga sulla spending review in corso a via dell'Umiltà. Sono quelle del Pdl, certo, ma con la scritta «Berlusconi presidente» a conferma che si tratta di avanzi di magazzino del 2008. D'altra parte, il tesoriere Maurizio Bianconi giorni fa era stato categorico. «Per le elezioni in cassa non c'è un euro», aveva detto senza troppi giri di parole.
Così, per correre ai ripari la task force che a via dell'Umiltà si occupa della campagna elettorale ha pensato di aprire un conto corrente sperando in cittadini e candidati. Nella generosità dei primi e nella disciplina dei secondi, a dire il vero. Già, perché questi ultimi sono chiamati a mettere un gettone di 25mila euro come contributo per le elezioni. Un versamento che spetterà ai circa 150 considerati «eleggibili» in base alle proiezioni su Camera e Senato con il Pdl dato tra il 18 e il 20 per cento. Se poi, come spera e crede Silvio Berlusconi, il risultato sarà migliore vorrà dire che ci sarà chi si dovrà «mettere in pari». I vertici del Pdl, insomma, nel recupero ci credono davvero. E nonostante il trend positivo dei sondaggi si sia arenato al 20 per cento ormai da due giorni, il Cavaliere è più che convinto di poter smuovere ancora molto. Ecco la ragione del gettone imposto ai futuri parlamentari per un totale di tre milioni e 750mila euro (25mila euro per 150 «eleggibili»). Anche se i big di via dell'Umiltà sperano che l'ex premier metta sul piatto altrettanto, per un totale che potrebbe aggirarsi intorno ai sette milioni e mezzo di euro. Da investire in manifesti, certo, ma anche nelle scenografie e nelle location dei pochi e selezionati appuntamenti pubblici che Berlusconi terrà nelle prossime settimane. Ieri, presentando i candidati al Capranica di Roma, il Cavaliere ha parlato di un tour per tutte e venti le regioni, questione di cui s'è discusso nella task force ristretta che a via dell'Umiltà si occupa della campagna elettorale. Le richieste dal territorio, infatti, sono molte ma è probabile che l'ex premier si sposterà solo cinque o sei volte, concentrandosi sulle interviste sul web e sulle tv locali come sta facendo ormai da giorni. Di certo, spiegano nel suo entourage, andrà «nelle regioni che possono risultare determinanti per il Senato», visto che è lì che il Cavaliere sta concentrando le sue attenzioni.
Si studia in questo senso a via dell'Umiltà, giorno e notte. Ci sono Angelino Alfano e Denis Verdini che supervisionano e, insieme a Maurizio Lupi, si occupano della macchina organizzativa del partito. Antonio Palmieri, invece, è l'uomo di internet e dei materiali (suo il kit del candidato distribuito ieri), mentre Renato Brunetta e Daniele Capezzone si occupano dei contenuti e Paolo Bonaiuti gestisce la campagna sui media tradizionali. È per le loro mani che passano le rilevazioni e i focus group di Alessandra Ghisleri, sondaggista di fiducia del Cavaliere, e degli altri istituti. Tutti segnalano un Pdl in salita, anche se sembra che la querelle sulle liste con Nicola Cosentino abbia fatto segnare una battuta d'arresto. I punti tra le coalizioni, confermava ieri anche una rilevazione Tecnè per SkyTg24, sono al momento sette. Ma adesso, spiegava ai suoi il Cavaliere ieri, dobbiamo ripartire immediatamente.

Magari da un faccia a faccia con Antonio Ingroia. Berlusconi è disponibile a un confronto vis-à-vis con colui che rappresenta quella magistratura contro cui ha sempre puntato il dito. Magari, vocifera qualcuno, a Ballarò o a Piazzapulita.

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