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Pdl-Lega avanti in Lombardia: così la sinistra perde il Senato

I sondaggi certificano la rimonta del centrodestra: in vantaggio di tre punti su Pd e Sel nella Regione decisiva. Anche Sicilia e Campania sono in bilico

Pdl-Lega avanti in Lombardia: così la sinistra perde il Senato

Il sorpasso. La miglior rappresentazione iconografica di quello che sta succedendo alla politica italiana, impazza su internet con il fotomontaggio di Jean-Louis Trintignant che ha la faccia di Bobo Maroni e un Vittorio Gassman con la risata di Silvio Berlusconi che mostra le corna dalla meravigliosa Lancia Aurelia Spyder B24 che corre a tutta velocità nel capolavoro di Dino Risi. Proprio come il centrodestra a trazione Pdl-Lega, resuscitato dopo il nuovo patto, ma soprattutto dalla mostruosa serata di Berlusconi su La7 al cospetto di Michele Santoro e Marco Travaglio, i due Torquemada a cui si sono bagnate le polveri e soprattutto le domande proprio nel momento dello storico faccia a faccia.
Una ricostruzione che sarebbe potuta sembrare di parte, almeno fino a ieri quando su una testata non sospettabile di inclinazioni berlusconiane come il Corriere della Sera, il titolo di prima pagina presentava un sondaggio Ispo di Renato Mannheimer con un «Pdl e Lega avanti in Lombardia» che lascia ben poco spazio alle interpretazioni. Un epitaffio choc per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani a capo della solita armata Brancaleone che dava ormai per acquisita la pelle di un orso che invece ha ricominciato a correre veloce. «#Berlusconi Nel 2006 - il tweet esultante del profilo Pdl - recuperammo quasi 10 punti nonostante ci dessero per vinti».
Un vantaggio in Lombardia, terra tradizionalmente di anime moderate e conservatrici, potrebbe dire qualcuno. Se non fosse che proprio questa sarà l'Ohio d'Italia, la regione decisiva per il destino del Senato e per il governo del Paese. Perché vivente il Porcellum, ovvero la legge elettorale più pazza del mondo, mentre alla Camera il premio di maggioranza con relativi seggi aggiuntivi (il 55 per cento) sarà attribuito su scala nazionale, al Senato scatterà regione per regione. Ecco perché secondo il sondaggio, il centrodestra con il 35,7 per cento conquisterebbe 27 seggi su 49 a Palazzo Madama, mentre il centrosinistra 12 con il 32,3. Nel dettaglio il Pdl è quota 19,5 per cento, Lega al 13,9, la Destra di Storace 1,4 e i Fratelli d'Italia 0,9. Nel centrosinistra Pd al 29,4 e vendoliani di Sel a 2,5. Scelta civica di Monti al 14,7 e 6 seggi, il Movimento 5 stelle il 10,8 e 4 seggi. Niente da fare, invece, per la Lista Ingroia al 4,1.
Numeri che non hanno sorpreso i vertici del Pdl. «In realtà - confessa un colonnello - noi lo sapevamo. E i nostri sondaggi sono ancor più favorevoli sia al Senato che in Regione». Tanto che rivela che le liste per Palazzo Madama si stanno facendo pensando alla vittoria, con i primi 14-15 posti «riservati a personalità di riguardo». Soprattutto perché gli uscenti in Lombardia sono 19 e qualcuno dovrà restare fuori. A meno che «come sempre succede in campagna elettorale, grazie a Berlusconi non cresciamo ancora». Con un effetto che potrebbe coinvolgere anche altre regioni. Perché perdendo la Lombardia, Bersani e i suoi non potrebbero permettersi nessun'altra sconfitta. E sia Sicilia che Campania sono regioni in bilico e particolarmente sensibili al verbo di Berlusconi. Anche il Veneto. Perdendo Lombardia e Sicilia il centrosinistra arriverebbe a quota 152, lontano dai 158 della maggioranza.
Ma la batosta per il centrosinistra diventa una Caporetto se si aggiungono le Regionali dove Roberto Maroni è schizzato quasi al 41 per cento, lasciando indietro di tre punti l'avvocato Umberto Ambrosoli che fa davvero fatica a convincere i suoi stessi potenziali elettori. Fermo al 10,6 Gabriele Albertini, al 9,8 la «grillina» Silvana Carcano. Dovesse ritirarsi Albertini, si legge nei flussi elettorali, la vittoria di Maroni sarebbe ormai certa.
E ieri alle 16 si è chiusa la bacheca del Viminale e la contabilità finale parla di una cifra monstre di 215 contrassegni per le elezioni politiche.

L'altra volta erano 181 di cui 153 accettati.

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