RomaIl Pdl soffia via nebbie, dubbi e incertezze, mette sul tavolo le proprie carte e ufficializza la proposta di riforma della legge elettorale. Un disegno di legge di soli due articoli che punta su proporzionale e preferenze.
La bozza messa in campo dagli azzurri e depositata nel Comitato ristretto della commissione Affari costituzionali del Senato prevede un premio di maggioranza del 10% da assegnare alla lista che prende più voti sul piano nazionale. Secondo punto nodale è la reintroduzione delle preferenze con una clausola «di genere». Il meccanismo è complesso. Per ciascuna lista circoscrizionale 2/3 dei candidati sono scelti con i voti di preferenza e la restante parte con lista bloccata. Ogni elettore può esprimere fino a tre voti di preferenza. Nel caso ne esprima più di uno, la scelta deve comprendere candidati di entrambi i generi, pena la nullità dei voti di preferenza successivi al primo. Ogni lista deve essere composta da due elenchi di candidati. Nel primo ci sono quelli la cui elezione è determinata in base ai voti di preferenza e il numero di questi non può essere inferiore a due terzi. Il secondo elenco è costituito invece da quei candidati la cui elezione è determinata in base all'ordine di presentazione e il loro numero non può essere superiore a 1/3. Terzo punto lo sbarramento al 5% a livello nazionale o al 10% in almeno tre circoscrizioni mentre per quanto riguarda il Senato c'è una soglia di sbarramento dell'8% a livello regionale.
Primo firmatario è Gaetano Quagliariello. Per il vicepresidente dei senatori Pdl l'articolato «contempla previsioni normative sulle quali vi è già un sostanziale accordo, maturato nel corso di mesi di dibattiti e confronti, mentre sugli aspetti ancora controversi offre al dibattito le opzioni e le proposte del Pdl. Si tratta in ogni caso di una proposta aperta, il cui fine è sollecitare un confronto sugli aspetti ancora controversi». Maurizio Gasparri sottolinea, invece, la «vera possibilità di scelta» demandata agli elettori. In ogni caso appare difficile immaginare che si possa davvero chiudere un accordo entro la pausa estiva. I due relatori Lucio Malan (Pdl) ed Enzo Bianco (Pd) non presenteranno un testo unico.
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