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Pdl: "Sentenza persecutoria" Epifani: "Letta non rischia"

Pdl sulle barricate dopo la sentenza della Consulta. Il Pd non teme ribaltoni, ma chiede di abbassare i toni

L'ex ministro Renato Brunetta
L'ex ministro Renato Brunetta

"Distinguere politica da giustizia oggi in Italia è virtù impossibile. Eppure la eserciteremo, imparando dal presidente Berlusconi la capacità di privilegiare l’interesse della nazione rispetto alla ribellione davanti a sentenze persecutorie". Con queste parole Renato Brunetta, commenta la sentenza della Consulta che nega al Cavaliere il legittimo impedimento nel processo Mediaset. "Siamo infatti all’assurdo di una Corte costituzionale che non ritiene legittimo impedimento la partecipazione di un presidente del Consiglio al Consiglio dei ministri", prosegue il capogruppo del Pdl alla Camera, "Dinanzi all’assurdo, che documenta la resa pressoché universale delle istituzioni davanti allo strapotere dell’ingiustizia in toga, la tentazione sarebbe quella di chiedere al popolo sovrano di esprimersi e di far giustizia con il voto".

Gli fa eco il deputato Pdl Deborah Bergamini, secondo cui "è difficile accettare il fatto che viviamo in un Paese in cui c’è un cittadino, per puro caso leader di un grande partito moderato votato da milioni di italiani, che è considerato da una parte della magistratura sempre e per forza colpevole e in malafede. Purtroppo però è così".

Nessuna preoccupazione a sinistra per la tenuta del governo. "Per quanto riguarda il Pd le sentenze si applicano e si rispettano quindi non ho motivo di ritenere che possa avere effetti su un governo che è di servizio per i cittadini e il Paese in una fase molto drammatica della vita nazionale e dei cittadini", ha detto Guglielmo Epifani, "È una sentenza che era attesa da tempo.

Dà ragione a una parte e torto all’altra, non vedo un rapporto tra questa sentenza e il quadro politico".

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