Roma - I conti correnti gratuiti per i pensionati fino a 1.500 euro creano problemi al sistema bancario? «Il governo si riserva di intervenire in proposito con un successivo provvedimento. Se la norma non viene cambiata il danno è per tutto il sistema Italia». Così il sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo. Ma il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, è di parere opposto: «Per quanto riguarda la norma sui conti correnti, il governo ha dato parere positivo. Vale ciò che il Parlamento ha deciso».
È una divisione palese e stridente quella che si manifesta dentro l’esecutivo sulla norma sui conti correnti per i pensionati. Una divergenza di opinioni che costringe lo stesso Mario Monti a intervenire per dire una parola definitiva e fare chiarezza. L’intervento di Polillo «ha messo in discussione la norma. Ma, come il sottosegretario De Vincenti ha chiarito, questa misura non è in discussione» assicura il premier, intervenendo nelle commissioni Attività produttive e Finanze della Camera dove è all’esame il decreto legge liberalizzazioni. In serata Polillo smentisce: «Mai detto, basta leggere i resoconti parlamentari».
Sulle banche, insomma, il governo si divide e combina pasticci. Il primo pasticcio ha riguardato la norma sulla nullità di tutte le commissioni sugli affidamenti bancari, presentata dal Pd, approvata in Parlamento, e accettata dall’esecutivo. Il secondo pasticcio è delle ultime ore. Riguarda, appunto, la norma del decreto liberalizzazioni che prevede i conti correnti bancari gratuiti per i pensionati fino a 1.500 euro al mese (sono in tutti 11.721.435 contribuenti). Siccome l’Inps non pagherà più le pensioni in contanti, i nostri vecchietti sono obbligati ad aprire un piccolo conto corrente e, giustamente, si è pensato a non gravarli di costi aggiuntivi. Ma le banche hanno protestato, lamentando un atteggiamento punitivo nei loro confronti. Così il sottosegretario Polillo ha detto che il governo «si riserva di intervenire». Il motivo? Le misure in questione porterebbero «un notevole danno per le banche, e potrebbero causare un’ulteriore stretta creditizia su imprese e famiglie». Inoltre vi sarebbero problemi di natura applicativa per quei pensionati che, oltre all’assegno dell’Inps, dispongono di altri redditi. Quanto al problema delle commissioni, Polillo ha osservato che il calo dei ricavi delle banche potrebbe produrre effetti negativi anche sul gettito fiscale. Una presa di posizione ampia e argomentata, smentita clamorosamente dal premier nel giro di poche ore.
I commenti più benevoli, a questo punto, indicano un governo in stato di confusione. «Il governo chiarisca immediatamente la sua posizione su un tema così delicato» attaccano i parlamentari della Lega Nord. Maurizio Gasparri prende il toro per le corna: «Che cosa pensi il governo sui costi dei conti correnti - dice il capogruppo del Pdl al Senato - ci interessa poco. Il Pdl ha proposto i conti gratuiti per i pensionati entro il tetto di 1.500 euro, il Parlamento ha approvato, e quel che abbiamo deciso non si cambia», con buona pace delle discussioni fra i due sottosegretari. Una linea sposata anche dalla portavoce Pdl, Anna Maria Bernini.
Sullo sfondo resta aperta la questione delle dimissioni dei vertici dell’Abi in segno di protesta contro la norma che azzera le commissioni bancarie. Un provvedimento che tutti ritengono inevitabile modificare. Peccato che nessuno voglia fare la prima mossa. Il governo dice: spetta al Parlamento. I parlamentari controbattono: ci deve pensare il governo. Nessuno, con l’aria che tira, vuol fare pubblicamente l’amico delle banche. L’auspicio del presidente del Senato, Renato Schifani, è che «si faccia ampia chiarezza» sulla questione «prima di arrivare a un’intesa definitiva che, sono certo, comunque arriverà». In serata è lo stesso Monti a spalancare la porta. «Il governo è pronto ad agevolare il Parlamento sulle commissioni bancarie» dice il premier.
«In materia di commissioni bancarie abbiamo argomentato contro l’emendamento e se il Parlamento vorrà cambiare la norma agevoleremo il ritorno alla previgente disciplina da noi proposta nel salva Italia e da voi approvata in legge di conversione».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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