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Dopo il pesce, il giardino Altri regali al sindaco di Bari

Spacciato per dono alla città un appalto da 200mila euro pagato dal Comune I falsi benefattori? I costruttori amici indagati che Emiliano adesso rinnega

Dopo il pesce, il giardino  Altri regali al sindaco di Bari

«Un altro regalo per il sindaco». Stavolta il pesce non c’entra, il «dono» per Michele Emiliano è di altro genere. Il virgolettato è di Vincenzo Avantaggiati, ex assessore al Patrimonio del comune di Bari mentre parla con l’ex dirigente all’edilizia del municipio Vito Nitti di uno dei tanti appalti targati Degennaro finiti sott’inchiesta: quello per la sistemazione di un giardino in via Matarrese. Un esempio da mandare a memoria perché esemplare dei rapporti (ora rinnegati dal sindaco) tra la famiglia dei costruttori e Emiliano.

LA PATACCA ELETTORALE

I pm ricordano infatti come «il completamento dei lavori del giardino di via Matarrese è stato pubblicizzato dalla stampa locale come regalo alla città da parte della famiglia Degennaro», mentre «in realtà, sia l’appalto iniziale che le opere di completamento, sono state realizzate con soldi pubblici». E il completamento «con inosservanza delle norme di evidenza pubblica». Quel giardino non è stato un regalo alla città. Per chi fosse il cadeau lo spiega Avantaggiati, intercettato negli uffici di Nitti, il 5 ottobre 2006. Avvantaggiati. «Mi devi dire, per il giardino di via Matarrese, che tipo di delibera è stata fatta». Nitti: «Affidamento diretto (…) stiamo al di sotto dei 200mila euro (soglia oltre la quale è necessaria la gara, ndr), e quindi…». A: «Un altro regalo per il sindaco! (…)». N: «No, era un regalo perché interessava a lui che venga fatto, però non è un regalo dal punto di vista economico». A: «Però certamente non ci rimette una lira (…) certamente non è un benefattore». N: «No, c’è da vedere». A: «Senti a tuo fratello…». N: «No, lui ha detto “lo voglio fare, perché ho interesse che quel giardino venga riqualificato”. La cosa è apparsa sulla stampa come se questo signore sia un benefattore, e benefattore non lo è!». Nitti, a quel punto, ammette: «Avrei dovuto fare l’importo lordo e fare la gara».

IL «CADEAU» D’IMMAGINE

I pm sono d’accordo. «Nitti è consapevole che (…) il valore dell’affidamento doveva assolutamente comprendere l’importo dei lavori da completare (226.816,90 euro) e la manutenzione del giardino per 5 anni». Per i pm il «primo regalo» è «il beneficio, in termini di consenso politico» dell’inaugurazione per Emiliano. Anche perché «l’attenzione di quest’ultimo è risultata rivolta più alla tempestiva spendibilità mediatica dell’inaugurazione che alla concreta possibilità di fruizione da parte dei cittadini, atteso che ha inaugurato un’opera che formalmente era ancora un cantiere». Infatti il giorno dopo venne chiuso. Per i pm Pirrelli e Nitti, poi, è un regalo per il Comune «anche la circostanza che l’affidamento fosse fatto proprio con i Degennaro, costruttori i cui legami, anche politici ed elettorali, con il Sindaco, sono risultati strettissimi». E infine, quel giardino è stato «un regalo d’immagine» per i Degennaro, «che apparivano agli occhi dei cittadini benefattori nonostante l’opera fosse remunerata e anzi anche illegittimamente aggiudicata». La beffa: il Comune ha poi ringraziato lo «Sheraton» (di proprietà dei Degennaro) «per l’adozione» del giardino. E sempre di uno spazio verde si parla nell’intercettazione tra Gerardo Degennaro e Nitti in attesa di una promozione (che otterrà). DG: «Senti, in confidenza, ieri ho parlato con Emanuele (l’ex vicesindaco, ndr) dice che la stanno facendo e che a te accorpano un po’ di cose». Nitti avvisa: «Digli a Emanuele non è che mi accorpano le cose e lo stipendio rimane lo stesso». Degennaro chiosa: «Mo parliamo con Emiliano (...) del fatto del giardino». Nitti: «Ma tu sei il capo! Tu devi dire, chiama il sindaco e dì: “signor sindaco abbiamo finito il giardino quando vuole fare l’inaugurazione?”».

LA FIERA E IL MATRIMONIO

Gerardo Degennaro è «vicino» a Emiliano anche secondo Paolo Grassi, ingegnere, intercettato mentre parla con tale Rosanna alla quale chiede «chi siano le imprese vicine a Emiliano e quelle vicine a Divella». Grassi fa riferimento al «sostegno politico di cui gode la Dec» dei Degennaro, ipotizzando anche che Gerardo fosse destinato a fare il vice alla fiera del Levante, dove poi è andato il costruttore Lorenzo De Santis, padrone di casa di Emiliano. Nelle carte spunta poi un’intercettazione tra il deputato Pd Francesco Boccia (invitato al matrimonio dei «nemici» Matarrese dove la sposa era Margherita Mastromauro, attuale deputata Pd) e Vito Degennaro, che lo sfotte domandandogli se tante volte «è passato alla concorrenza». E Boccia di rimando: «Non hai proprio idea...

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