di Fernando Aiuti*
La notizia della guarigione della bimba con infezione da Hiv è importante e proviene da un gruppo di eccellenza quale quelli del centro pediatrico della J.Hopkins University negli Usa, risultato peraltro anche annunciato a un importante convegno internazionale in tema di terapia antiretrovirale. Precisiamo che si tratta di una possibile guarigione dall'infezione e non dalla malattia conclamata (Aids), che il controllo è stato effettuato a distanza di 6 mesi dalla sospensione della terapia, un tempo lungo, ma forse non ancora sufficiente per fare un conclusione di completa eliminazione del virus. Infatti ci sono stati altri casi di neonati o adulti nei quali per molti mesi non si è riusciti a rilevare la presenza del virus, ma questo poi è ricomparso dopo 12 -24 mesi. In questi soggetti si è capito che il virus non circolava nel sangue, ma le sue tracce erano presenti in alcuni tessuti (intestino, midollo osseo, fegato o sistema nervoso) cioè in alcuni santuari ove era rimasto silente per lungo tempo nonostante l'interruzione della terapia. Comunque la notizia è importante ma è limitata solo ad alcuni bambini che si infettano in corso di gravidanza, mentre la maggioranza non si infetta così ma durante il parto. Oggi entrambe queste situazioni possono essere evitate perché con una diagnosi precoce della infezione da Hiv nella madre effettuata in gravidanza si riesce a instaurare una terapia antivirale che impedisce l'infezione nel nascituro. Questo evento non si è verificato nel caso della bambina americana perché la diagnosi è stata effettuata tardivamente solo alla fine della gravidanza e quindi troppo tardi per impedire l'infezione nel neonato. Ma il miracolo è stato fatto dando al neonato il cocktail di farmaci sin dalla nascita e quindi creando di fatto una sterilizzazione della avvenuta infezione. Se in gravidanza le donne si sottopongono al semplice test Hiv e sono trovate positive possono iniziare la terapia antiretrovirale e quindi impedire sia l'infezione in corso di gravidanza, sia durante il parto e quindi il bambino nascerà sano.
*Professore Emerito
Università Sapienza Roma
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