Piano Mattei, Cpr e rimpatri: le mosse del governo contro i flussi incontrollati di migranti

Il 2024 non può essere come il 2023: questo è il principio sul quale si basano le mosse del governo per togliere i flussi di migranti dal controllo dei trafficanti di uomini

Piano Mattei, Cpr e rimpatri: le mosse del governo contro i flussi incontrollati di migranti
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Il nuovo anno che sta arrivando pone l'Italia davanti a nuove sfide. Una di queste è quella migratoria: il governo vuole a tutti i costi evitare i numeri che hanno contraddistinto il 2023 e da mesi lavora a una contromisura efficace per rendere maggiormente praticabili e consistenti i rimpatri ed evitare ondate enormi di ingressi. Il 2024 sarà l'anno dei centri di prima accoglienza aperti dall'Italia in Albania grazie agli accordi siglati tra Giorgia Meloni ed Edi Rama. Le statistiche del nostro Paese parlando di una quota di inaccettabilità del 90% delle domande di asilo presentate nel nostro Paese.

Le cifre per il nuovo anno sono incoraggianti: l'ultimo trimestre del 2023 ha visto un calo sensibile degli sbarchi nel nostro Paese, arrivando a contare meno ingressi del 2021, quando ancora era in corso la pandemia. Un risultato che si è ottenuto stringendo nuovi accordi e rafforzando quelli esistenti con i Paesi di partenza, in particolare Libia e Tunisia. La strada del governo sta dando i suoi frutti sulla distanza, è stata spesso osteggiata ma si sta rivelando vincente. Nel 2024 dovrebbe partire, proprio in ragione di questi accordi, quello che Meloni ha definito fin dall'inizio il "piano Mattei" per l'Africa. L'unico modo per impedire le morti in mare e cospicui arrivi di migranti sulle coste italiane è bloccare le partenze e per farlo è necessario contribuire allo sviluppo di quei Paesi, dando nuove prospettive di crescita e di sviluppo.

A dicembre erano 140mila i migranti ospitati nei centri di accoglienza del Paese, un numero enorme di persone che vivono interamente a carico dello Stato che non può essere sostenuto a lungo per garantire la tenuta del Paese. Per questa ragione è necessario migliorare le procedure di rimpatrio per chi non ha alcun diritto di permanenza in Italia e in Europa, perché senza requisiti per richiedere la protezione. Nelle prime settimane del nuovo anno sono in programma le aperture di nuovi centri di identificazione e controllo sulla base di quello di Pozzallo ma anche di nuovi Cpr, almeno 4 in altrettante Regioni.

Il passo successivo sarà il riconoscimento del cosiddetto "terzo Paese sicuro" per garantire le coperture a progetti come quello albanese, che permette di delocalizzare per migliorare la gestione dei migranti e agevolare le espulsioni.

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