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Arrivi, inversione di rotta. Gli ultimi tre mesi in calo

L'anno si chiude con 154mila sbarchi, ma la tendenza cambia. A dicembre un crollo dell'80% dal 2022. Ong ora meno attive

Foto di repertorio
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Gli ultimi tre mesi hanno registrato, per la prima volta da gennaio, una flessione negli sbarchi rispetto ai numeri del 2022. In ottobre sono arrivati sulle nostre coste 3.265 migranti in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. In novembre la flessione è stata minore, ma sempre al di sotto del 2022. La sorpresa è arrivata in dicembre: nonostante gli 849 sbarchi in tre giorni, fra Natale e ieri, siamo fermi a 2.111 arrivi. Nel 2022, in dicembre, erano 10.788. Quest'anno si registra un calo dell'80 per cento.

Non c'è tanto da gioire con il numero totale di 154.256 sbarchi da gennaio, ma la speranza è che nel 2024 continui la tendenza in flessione degli ultimi mesi dell'anno, grazie ad alcune inversioni di tendenza a cominciare dalla Tunisia. Dal paese nord africano è arrivato il grosso dei migranti, 95.867 al 14 dicembre, in gran parte sub sahariani. Però la Guardia costiera locale in mare e la Gendarmeria tunisina a terra sono riuscite a intercettare 83.944 persone, secondo il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, che altrimenti sarebbero arrivate in Italia.

«Il lavoro dei tunisini sta funzionando - spiega una fonte del Giornale in prima linea sul mare - L'asse dei trafficanti si è sposato negli ultimi mesi sulla Tripolitania facendo partire numeri minori rispetto al resto dell'anno».

L'hub di imbarchi verso le nostro coste si conferma Zwuara, sotto la lente dell'intelligence. Dalla Cirenaica e dal Mediterraneo orientale i flussi si sono affievoliti, anche se molti migranti arrivano in volo all'aeroporto di Bengasi o via terra dall'Egitto. E poi proseguono verso la Tripolitania per l'imbarco. In novembre dalla Libia orientale, controllata dal generale Khalifa Haftar, è partito il 3% di migranti rispetto al 97% della Tripolitania. Un dato da non sottovalutare è la riduzione di intercettazioni in mare della Guardia costiera libica. «Nonostante la consegna di tre nuove motovedette - spiega la fonte del Giornale - i libici si lamentano di avarie e malfunzionamenti. Il risultato è che hanno ridotto di molto le uscite in mare». Nel 2022 e 2023 è partito dalla Libia circa lo stesso numero di migranti (50.000). La differenza è che lo scorso anno sono stati riportati a terra dai libici 22.216 e nel 2023 diecimila in meno.

Negli ultimi giorni di escalation natalizia gran parte dei migranti sono arrivati dalla Libia, ma è ripreso un flusso dalla Tunisia con piccole barche arrivate a Pantelleria anziché Lampedusa. Quasi tutti tunisini partiti da luoghi abbastanza inediti del Nord come Enfidha, Dar Chabane e Al Mamurah.

Un altro dato da non sottovalutare riguarda le Ong del mare. In termini assoluti le loro navi hanno portato più migranti in Italia, ma la percentuale dell'8.9% degli sbarchi totali è inferiore rispetto al 13,1% dello scorso anno. La dimostrazione che il decreto Piantedosi è servito a regolamentare e nel contempo rallentare gli interventi a raffica delle Ong.

Nonostante i 50mila migranti sbarcati in più quest'anno, rispetto al 2022, si potrebbe mantenere la tendenza al ribasso degli ultimi mesi puntando sul contrasto all'immigrazione illegale della Tunisia e sollecitando il governo di Tripoli a fare di più per ridurre le partenze. A Palazzo Chigi è stato chiamato come nuovo consigliere diplomatico, l'ambasciatore a Tunisi Fabrizio Saggio che guida la cabina di regia per il piano Mattei. Il 28 e 29 gennaio è prevista a Roma la Conferenza Italia-Africa.

L'occasione per la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di annunciare nei dettagli il piano di nuova cooperazione che servirà a tamponare a monte l'immigrazione illegale.

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