
RomaI parlamentari potrebbero dover rientrare di fretta dalle vacanze. Il primo Consiglio dei ministri dopo la breve pausa estiva è probabile che sia anticipato al 20 o al 21 agosto. L'allarme della Banca centrale europea sulla sofferenza delle imprese italiane è solo una conferma alle frenetiche decisioni che Monti e il suo governo devono prendere in questi giorni. È necessario un intervento urgente post-estivo per tentare di frenare la corsa del debito pubblico e il crollo del Pil (-2,5% annuo). Una sorta di manovra bis o «fase due», viene chiamata con più moderazione a Palazzo Chigi. Anche se i segnali di preoccupazione sono sempre più forti, l'ultimo la drastica riduzione dell'esposizione sul debito italiano da parte del colosso americano Goldman Sachs.
Oggi dunque si riunisce il Consiglio dei ministri per l'ultima volta prima di una «vacanza» ad alta tensione. All'ordine del giorno non sono inseriti provvedimenti choc, ma quella sarà la sede per impostare le nuove misure taglia-debito che in tempi acceleratissimi Monti dovrà portare a Palazzo Chigi e quindi immediatamente in Parlamento. Per questo si parlava ieri di un possibile anticipo dopo la pausa estiva al 20 o al 21.
Le proposte dei partiti, di fondazioni e centri studi continuano a piovere sul tavolo del premier, ma sarebbero fondamentalmente tre le linee prioritarie su cui imbastire un nuovo intervento d'urgenza: dismissioni di consistenti parti del patrimonio dello Stato e delle partecipazioni pubbliche attraverso specifici fondi, un nuovo decreto di spending review, con ulteriori possibili tagli della spesa pubblica e misure di sburocratizzazione per le imprese. Il Pd di Pierluigi Bersani si trova per ora indietro rispetto al Pdl quanto a tempismo. Se Angelino Alfano ha incassato le lodi di Monti per il piano proposto che prevede un taglio di 400 miliardi di euro del debito pubblico, Bersani si è accontentato di sentire il presidente del Consiglio solo via telefono, e l'ipotesi di una tassa patrimoniale non riscuoterebbe grande successo a Palazzo Chigi.
La discussione di oggi in Consiglio dei ministri partirà comunque dall'ultimo preoccupante bollettino della Bce e terrà conto del dossier Giavazzi, il documento redatto dall'economista, incaricato come superconsulente da Palazzo Chigi, che propone un taglio consistente agli incentivi che non creano investimenti aggiuntivi per spostare le risorse a riduzione del cuneo fiscale. Questo schema potrebbe rientrare nella seconda fase della spending review, che si intende chiudere per la fine di agosto.
Non c'è assolutamente l'idea per ora di chiedere aiuti all'Europa, e da Palazzo Chigi anzi è scattata una immediata irritazione dopo un'intervista rilasciata all'agenzia Bloomberg da Francesco Profumo. Il ministro dell'Istruzione informava di una lunga discussione in corso nel governo sulla possibilità di ricorrere allo scudo anti spread per ridurre il differenziale tra i Btp decennali e Bund tedeschi. Poco più di un'ora dopo, lo stesso Profumo ha precisato alle agenzie: «Non c'è stata alcuna lunga discussione, in Consiglio dei ministri, sull'opportunità o meno dell'Italia di chiedere all'Europa di intervenire attraverso lo scudo anti-spread. Né una simile discussione è al momento in corso nel governo».
Nell'esecutivo si sta lavorando contemporaneamente sul fronte imprese. I ritocchi alla spending review potrebbero prevedere infatti misure per semplificare la nascita e la sopravvivenza delle aziende. Tra i piani allo studio, una norma che velocizzerebbe le procedure per la valutazione di impatto ambientale (Via) necessaria per avviare le opere, ma senza intaccare i controlli.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.