RomaChe il Monte dei Paschi di Siena nella bufera non sia la banca del Pd ormai è solo Pier Luigi Bersani a sostenerlo. L'obiettivo - ovvio - è arginare il contraccolpo elettorale del pasticciaccio senese. Poi capita che uno venga tradito da un riflesso pavloviano e, puf, rovina tutto.
Il fatto è che il segretario del Pd considera Mps roba sua, è più forte di lui. E infatti ecco la sua soluzione per salvare la banca-rossa dalla bancarotta: «Affidare poteri commissariali al presidente della banca, Alessandro Profumo, e all'amministratore delegato, Fabrizio Viola». Oltre alla bizzarria di proporsi per riparare ciò che si è rotto, notiamo che curiosamente Profumo è quel signore che si occupa di banche e non ha mai nascosto le sue simpatie democratiche, al punto da essere più volte indicato negli ultimi anni come l'uomo nuovo che potesse riempire il vuoto di leadership che da sempre affligge via del Nazareno. Non solo: sua moglie, Sabina Ratti, nel 2007 si candidò alle primarie per la costituente nella lista di Rosy Bindi e fu anche eletta, pur se non nascose, in seguito, una certa delusione per l'esperienza.
Insomma, niente di nuovo sotto il sole di Siena. Anche se Bersani se la canta a modo suo: «Cerchiamo di capirci: di cosa si sta parlando? Se si parla di intrecci locali il nostro partito è sempre stato contro. Chi ha fatto saltare il sindaco adesso è nelle liste di Monti. E su derivati e finanza creativa abbiamo sempre dato battaglia. Se ci cercano, ci trovano». Rassicurante, non c'è che dire.
Alla bizzarra proposta di Bersani si incarica di rispondere a stretto giro Giulio Tremonti, leader del Movimento 3L, alleato del Pdl: «Poteri commissariali ai vertici Mps? Bersani conosce le banche ma non sembra conoscere il Diritto. Esiste il commissariamento ma non i poteri commissariali».
Dalla parte di Bersani si schiera naturalmente l'alleato Nichi Vendola, leader di Sel, che così precisa: «Il sindaco Pd che ha aperto la questione è stato fatto saltare. Ha messo in discussione la sua poltrona di sindaco per dire la verità. Invece quelli che lo hanno fatto saltare stanno con Mario Monti, gli amici di Mussari stanno con Monti. Quindi è bene che Monti taccia». E Massimo D'Alema ha una teoria tutta sua che dovrebbe far dormire sonni tranquilli a Bersani: «Non credo che questa storia ci nuocerà dal punto di vista elettorale, ormai l'opinione pubblica è mitridatizzata, è abituata a scandali che nascono e muoiono...».
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