Pino Bicchielli, il centrista che lotta contro le canzoni pro-droga

L'esponente di Noi moderati chiede che la tv di Stato si opponga ai brani pro-stupefacenti: "Eviti di trasmettere l'esaltazione di comportamenti che fanno male ai giovani"

Pino Bicchielli, il centrista che lotta contro le canzoni pro-droga

I suoi gusti musicali sono ovviamente differenti dalle preferenze dei ragazzi di oggi, che impugnano le cuffiette e a tutto volume scorrono l'intera carrellata della playlist su Spotify con le canzoni del momento. Ma Pino Bicchielli non ne fa una questione di attitudini musicali: a preoccuparlo sono i contenuti poco sani che alcuni brani veicolano finendo direttamente in pasto ai giovani ascoltatori, che rischiano di assorbire concetti assolutamente sbagliati e deleteri per il loro futuro.

Nasce a Napoli il 31 marzo 1967. I suoi primi passi nel mondo della politica vengono da molto lontano. È l'ultimo segretario nazionale dei giovani del Partito socialista democratico italiano. Professionalmente è un giornalista e imprenditore. Negli anni diventa il portavoce dell'Unire (Unione nazionale incremento razze equine) e ha società di comunicazione. Dal punto di vista politico cura spesso gli uffici organizzativi ed elettorali nazionali.

Continua il suo percorso sempre nell'area centrista di stampo cattolico-liberale fino alla candidatura alle ultime elezioni politiche nella coalizione di centrodestra con la lista Noi Moderati, diventando vicepresidente del relativo gruppo alla Camera dei deputati. Ora lamenta l'eccessiva presenza di riferimenti al mondo della droga nei testi delle canzoni che ai giorni d'oggi spopolano tra i più giovani, che rischiano dunque di finire vittime di un messaggio distruttivo. Bicchielli chiede che almeno la televisione di Stato metta un freno alla trasmissione di brani del genere, assicurando che si farà promotore di un'iniziativa per favorire una nuova consapevolezza degli artisti e dei loro manager.

La filosofia è chiara: più tematiche amorose e meno droga nelle canzoni. Da dove nasce lo spirito battagliero contro gli inni pro-stupefacenti sulle reti pubbliche? Più che una lotta la definisce "la consapevolezza di quanto sia potente il messaggio musicale e quanto attraverso la tv e i nuovi media esso possa arrivare davvero a tutti". Da qui l'appello al servizio pubblico affinché eviti di "trasmettere l'esaltazione di comportamenti che fanno male ai giovani". In sostanza l'auspicio è che tutti gli artisti "si rendano conto dell'impatto della loro arte e la utilizzino per veicolare qualcosa di bello".

Per dirla in parole povere Achille Lauro con la sua Rolls Royce, per fare giusto un esempio, non è la stella polare che intende seguire. Come modello di riferimento ha sempre in mente Pino Daniele "per il suo attaccamento alla terra" e Renato Zero. Invece per quanto riguarda l'estero non fa mancare apprezzamenti per i Supertramp, i componenti del gruppo rock britannico "noti per i messaggi positivi insiti nella loro musica".

È scivoloso il terreno su cui Bicchielli ha deciso di intervenire. Probabilmente verrà accusato da qualcuno di essersi intromesso per avanzare un tentativo di censura o di limitazione della libertà artistica. Certamente non è facilissimo muoversi per la buona causa della sua istanza. Ma l'esponente di Noi moderati non ci sta e previene già ogni potenziale polemica: "Ma per carità, nessuna censura.

Ricordare il ruolo del servizio pubblico e la presa che la musica ha soprattutto sulle nuove generazioni non significa comprimere la libertà di nessuno". Semplicemente si augura che di questa libertà si faccia buon uso. A tutela soprattutto delle nuove generazioni.

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