Politica

Grillo riparte da Parma. Ma la piazza è semivuota

Il guru del M5S torna in pubblico dopo le critiche per l'assenza di democrazia nel partito: "La nostra rivoluzione è già cominciata". Poi accusa e minaccia i partiti

Ripartire da Parma per provare ad azzerare la selva di polemiche sollevate da Giovanni Favia, il consigliere regionale che due settimane fa ha scatenato un putiferio tra i grillini con il fuori onda a Piazza pulita in cui poneva un problema di democrazia all'interno del movimento. Leggi anche: ripartire da Parma per soccorrere il primo cittadino Federico Pizzarotti che, da quando è stato nomicato sindaco, si è ritrovato impantanato nell'inceneritore. Beppe Grillo torna in pubblico dopo quattro mesi e lo fa nel capoluogo clamorosamente conquistato alle ultime elezioni. Ma, a differenza di allora, la piazza è semivuota e il clima è completamente diverso.

Grillo è arrivato in piazza della Pace a Parma su un suv con i vetri oscurati, rilasciando un’intervista a una televisione danese. Accompagnato da Pizzarotti, il leaderd el Movimento 5 Stelle ha volutamente dato le spalle a tutti giornalisti "italiani" spiegando che sono solo "carogne" e che nel Belpaese nessun giornale è libero, "a parte Il Fatto Quotidiano". "I sostenitori del movimento non vogliono cambiare la classe politica, ma chiedono una rivoluzione di civiltà, di cultura e di pensiero", ha spiegato il guru genovese prima di partecipare alla manifestazione in piazza della Pace contro l’inceneritore della città. "Questo è un miracolo non mio ma della Rete che è andata avanti in tre anni senza soldi - ha proseguito Grillo - abbiamo rotto un meccanismo perché dentro i Comuni, nei consigli regionali sono arrivati gli onesti come qui a Parma dove il nostro sindaco ha cambiato tutto". Parlando dell'operato del Comune di Parma, Grillo ha fatto sapere che, "negli ultimi tre mesi, le spese del consiglio sono state di 86 euro, e forse (Pizzarotti, ndr) si è intascato qualcosa - ha ironizzato - e gira in bici".

Quando ha poi attaccato a parlare (o meglio a urlare), il copione è un già visto. "A me della legge elettorale interessa poco, facciano pure quello che vogliono tanto saranno comunque spazzati via". Attacchi alle banche, insulti a destra e a manca, batoste contro i giornalisti, referendum sull'euro ("Decidano gli italiani se tornare alla lira") e così via. Dalle accuse ai poteri forti è passato a puntare il dito contro la partitocrazia: "A me della legge elettorale interessa poco, facciano pure quello che vogliono tanto saranno comunque spazzati via". Appunto, il solito vecchio copione. Ma non una parola sui dissidi interni che stanno minando la stabilità del movimento. "Chi c’è dietro Grillo? - si è limitato a chiedere provocatoriamente - ci sono io dietro di me. Chi c’è dietro Casaleggio? La società Casaleggio Srl in perdita". Eppure in piazza era presente anche Favia che, a differenza dell’altro consigliere regionale, Andrea Defranceschi, non è stato ammesso al palco. Dopo la scomunica del leader, infatti, Favia non è più ben accetto.

Accanto all’indifferenza di molti militanti, Favia ha però ricevuto il sostegno di molti altri, che sono andati a stringergli la mano per dimostrargli il proprio sostegno, rubando un po' la scena anche a Grillo che di solito, in occasioni come questa, è il mattatore.

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