Politici terrorizzati di sfidare in tv il FestivalIl caso Il rebus delle spazi elettorali in Rai

Politici terrorizzati di sfidare in tv il FestivalIl caso Il rebus delle spazi elettorali in Rai

Immaginatevi Berlusconi che spiega come togliere l'Imu davanti a quattro gatti mentre Elio e Le Storie Tese si pappa tutta la platea intonando Dannati Forever. Oppure Monti che spiega che l'Imu non va tolta mentre Max Gazzè canta Sottocasa. A chiunque capiterà, gli scoppierà la giugulare. Perché tra le tante grane prodotte dalla par condicio, una su tutte farà infuriare gli esponenti politici ancora di più di quanto già si è visto nelle ultime ore: la concomitanza con Sanremo. Il regolamento approvato l'altro ieri prevede le conferenze stampa, o interviste che dir si voglia, ai leader dei partiti e delle coalizioni in prima serata su Raidue (dalle 21 alle 22,30, dal lunedì la venerdì) nelle ultime due settimane di campagna elettorale, cioè dall'11 al 15 febbraio e dal 18 al 23 (si vota il 24 e 25). Dunque, chi andrà in onda nella prima di queste due settimane (mentre gran parte degli spettatori sarà concentrata su Raiuno a guardare Sanremo, previsto tra il 12 o il 16) sarà molto svantaggiato rispetto agli avversari cui capiterà invece la seconda. Il tutto ricordiamo, proprio nei momenti più cruciali a ridosso del voto. L'altro ieri, in Commissione vigilanza, spiegavano che l'unica soluzione per garantire equità sarà tirare a sorte. In ogni caso, chi sfiderà il Festival subirà un danno. E sono già in arrivo un mare di polemiche. Non per nulla, in molti avevano proposto di spostare il Festival della canzone a dopo la votazione.
In più Raidue dovrà trovare lo spazio per ficcare tutti i leader (dato che le conferenze sono state allargate anche ai rappresentanti delle singole liste) in prima serata in quelle due settimane (ne sono previsti due a sera). Mentre Raitre sarà costretta ad accorciare i programmi di prima serata già dalla prossima settimana per lasciare spazio in seconda serata alle tribune politiche, che cominceranno alle 22,50 per garantite lo stesso spazio a tutti.
Insomma, una situazione complicata di cui il direttore generale Gubitosi si occuperà lunedì insieme ai direttori di rete e testata. Soprattutto dopo il richiamo di Zavoli, presidente della Commissione vigilanza, che l'altro ieri ha parlato di «sgarro grave e palese» da parte della Rai rispetto alle norme della par condicio. E, dopo Monti, un altro leader del centro, Casini, resterà chiuso fuori dall'azienda pubblica domani, giorno dell'Epifania. Il leader dell'Udc avrebbe dovuto essere ospite a In mezz'ora di Lucia Annunziata su Raitre, ma secondo una decisione del Cda Rai gli esponenti politici non possono presenziare nei giorni di festa natalizia, Befana compresa. Monti avrebbe dovuto essere intervistato da Massimo Giletti all'Arena: lo stop, nella giornata di ieri, si è sovrapposto all'approvazione della par condicio.
Comunque, di spazi per parlare se ne trovano sempre. Paolo Bonaiuti è tornato alla carica contro Unomattina: «È avvenuto un altro fatto strano: dopo Monti, oggi (ieri, ndr) è stato ospitato anche Casini. Non sono entrambi dello stesso partito o della stessa coalizione anche se non si sa esattamente sotto quale segno corrono? E il direttore generale della Rai non aveva promesso di essere severissimo e terribile?».

Poi, in serata, Berlusconi ha tirato una mazzata alla par condicio, dagli schermi di Studio Aperto: «È una truffa, io l'ho chiamata “imparcondicio” perché si dà lo stesso spazio ai partiti piccoli come a quelli grandi e questo aumenta la frammentazione del voto. E non è un caso che quando abbiamo cercato di cambiare la legge a mettersi di traverso sono stati Fini e Casini. Noi vogliamo cambiare le regole e quando torneremo al governo agiremo di conseguenza».

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