"Tri is megl che one", diceva un giovanissimo Stefano Accorsi nella pubblicità degli anni Novanta di una nota marca di gelati, frase divenuta un tormentone. La stessa cosa (è meglio tre di uno solo) deve averlo pensato Rosario Andreozzi, politico campano di Alleanza Verdi sinistra, che ha collezionato ben tre cariche: consigliere comunale, consigliere metropolitano e, infine, consigliere regionale. Quest'ultima poltrona sicuramente è la più importante e remunerata, ma l'esponente di Avs non intende mollare le altre due. Che se ne farà di tutti quegli incarichi? E, soprattutto, come farà a seguire tutte le pratiche?
Sessanta anni, di Scampia (Napoli), Andreozzi è uno storico rappresentante delle lotte per il lavoro dei disoccupati. Se non fosse una questione estremamente seria verrebbe quasi da ironizzare osservando che non solo ha trovato un impiego, ma ne ha trovati ben tre. Come afferma lui stesso non vuole saperne di farsi da parte. Ecco come ha spiegato a Repubblica la propria ferma posizione: "Non mi dimetto perché abbiamo avviato in città un lavoro importante in questi anni che va completato. Stiamo costruendo l’ecoquartiere a Scampia e c’è bisogno di un’attenzione specifica per rispondere alle esigenze delle 597 famiglie sfollate dopo il crollo nella Vela Celeste di luglio 2024. Senza dimenticare tutte le istanze che ci hanno accompagnato". Tre poltrone, dunque, e ovviamente anche tre indennità.
Le polemiche e le ironie già divampano in Campania, dove diversi suoi colleghi una volta eletti in consiglio regionale hanno subito lasciato gli scranni meno "nobili". Cosa che hanno fatto, ad esempio, Salvatore Flocco (M5S), Salvatore Madonna (Pd) e Nino Simeone (gruppo misto). Andreozzi no, vuole restare in tutti e tre i consigli. Francesco Emilio Borrelli, deputato dei Verdi, lo ha preso di mira per la sua intransigenza.
Pronta è arrivata la replica di Andreozzi: "Borrelli, accompagnato dal neoeletto consigliere regionale del suo partito, ha messo in scena una specie di 'ronda' su via Toledo, facendo scappare alcuni ambulanti stranieri, filmando e pubblicando la scena sui suoi social nelle stesse ore sempre Borrelli, a seguito di un alterco con un avvocato penalista, insultava la Camera penale, con accuse molto gravi e diffamatorie. Alla associazione va la mia totale solidarietà. Questo modo di agire non ha nulla a che fare con noi".