Politica

La poltrona di Saccomanni traballa: pure i renziani vogliono la sua testa

Renziani all'assalto: "Al Tesoro serve un politico". Ma Guerini assicura: "Non chiediamo rimpasti". Il Pd è in tilt

Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni
Il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni

"Prima si deve firmare l’Impegno 2014, poi casomai si parla di rimpasto". La linea resta sempre la stessa, ma gli obiettivi in casa piddì iniziano a divergere come non mai. Da Palazzo Chigi e da via del Nazareno la road map tracciata per spiegare le prossime mosse collima, ma difficilmente si può desumere che dietro alle dichiarazioni d'intenti si annidi la stessa visione dei prossimi passaggi che attendono governo e maggioranza. E la figuraccia sui tagli agli stipendi dei professori ha riportato il dicastero dell'Economia al centro di una lotta intestina. Tanto che i renziani hanno deciso di partire alla carica. "Come regola generale il ministero dell’Economia deve essere guidato da un politico - ha sentenziato l'ex vicesindaco di Firenze, Dario Nardella - perché abbiamo visto che l’esperienza dei tecnici non ha funzionato bene".

Dopo un vertice a tre a cui ha convocato i ministri dell’Economia e dell’Istruzione, fiaccato dal pasticcio degli aumenti da far restituire agli insegnanti, Palazzo Chgi ha provato ad abborracciare scuse spiegando che questa storia kafkiana è figlia della gestione Tremonti-Gelmini, transitata nel governo Monti ed "esplosa" in mano a Fabrizio Saccomanni. Un castello di sabbia costruito ad arte che non è certo bastato a diradare le nuvole che si addensano sul capo del numero uno di via XX Settembre che molti all'interno della maggioranza criticano apertamente. Da ultimo anche il neo segretario del Pd Matteo Renzi ha, infine, licenziato Saccomanni per interposta persona. La "sfiducia" è toccata a un renziano di ferro. Il deputato Nardella, appunto, che ha chiesto un politico al Tesoro. Una richiesta che Silvio Berlusconi aveva avanzato già mesi fa. Adesso, però, un rimpasto non basta più. "Non c'è più spazio per cambi volanti - ha commentato il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri - tutto il governo è al capolinea, ormai c’è solo da calare il sipario". Lo dimostra la frettolosa ritrattazione di Nardella arrivata un paio d'ore dopo la stoccata contro Saccomanni: "Non scherziamo e cerchiamo di essere seri! Non ho mai chiesto le dimissioni del ministro...".

Nelle prossime ore il premier Enrico Letta tornerà a impegnarsi nella stesura di "Impegno 2014", il patto di coalizione che nell'immaginario di Palazzo Chgi dovrebbe ridare unità alla maggioranza. Domani dovrebbe essere in programma l’incontro con il vicepremier Angelino Alfano, mentre non è stato ancora fissato il colloquio con Renzi. In Transatlantico i rumors davano l’incontro come "non imminente". "Prima Renzi vuole chiudere un po' di consultazioni sulla legge elettorale, solo dopo vedrà Letta", ha spiegato un deputato vicino al leader Pd. "Il nostro obiettivo - hanno aggiunto fonti governative - è chiudere questo primo giro di incontri informali prima della missione del premier in Messico". A questo minuetto sui tempi dei colloqui si intrecciano i nodi veri dei rapporti tra l'esecutivo e il Partito democratico: contratto di coalizione e rimasto. Letta punta stringere la maggioranza a un cronoprogramma capace di mediare le diverse anime che la compongono. Solo con un impegno certo sui temi posti dal Pd Renzi, che fino a poche settimane fa non aveva scartato l’idea di un ingresso di suoi uomini nell’esecutivo, potrebbe accettare di "mettere la faccia" sul governo Letta. Non a caso il premier, che fino a poche settimane fa aveva rifiutato l’idea di un rimpasto, ora non o esclude a priori: "Se le forze di maggioranza lo chiedono, lo valuteremo". "Il Partito Democratico non ha mai chiesto nè ha intenzione di chiedere rimpasti o la sostituzione di questo o quel ministro", ha assicurato Lorenzo Guerini, portavoce della segreteria piddì.

Eppure già girani i nomi dei ministri da rottamare: oltre ad Annamaria Cancellieri e Flavio Zanonato (da tempo sotto osservazione), spicca (oggi più che mai) Saccomanni.

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