Poltrone rosse, così lottizza la sinistra

La pratica delle raccomandazioni in Campidoglio investe i democratici. Ecco i dossier sulle giunte Rutelli e Veltroni

Poltrone rosse, così lottizza la sinistra

Roma - Tra i cavalli di battaglia della propaganda elettorale del centrosinistra per le prossime elezioni in Campidoglio, un punto di forza sono le accuse relative alla «parentopoli» di Alemanno. Accuse spesso generiche e altrettanto spesso rispedite al mittente quale frutto di un'ingenerosa campagna mediatica. Ora, però, arrivano le carte a dimostrazione che il vizietto delle raccomandazioni non solo è di vecchia data, ma che in altri tempi (prima dell'arrivo di Alemanno) era pratica consolidata su scala ben più ampia.
Sulle pagine del Corriere della Sera ieri sono state pubblicate alcune lettere all'allora presidente della municipalizzata Ama, Giovanni Hermanin, e da questi protocollate. Si tratta di lettere di raccomandazione (che per la verità non hanno ottenuto lo scopo prefissato). Lettere che destano sorpresa, però, se si osserva la firma in calce. In una, infatti, compare quella di Massimiliano Smeriglio (Sel), oggi vicepresidente della Regione Lazio, e di Luigi Zanda, capogruppo del Partito democratico al Senato. Lo stesso che nel dicembre del 2010 presentò un'interrogazione con la quale chiedeva le dimissioni di Alemanno «per la sua responsabilità diretta per gli interventi con i quali ha fatto assumere i suoi protetti». Ciò che più stupisce, a parte l'ipocrisia di accusare gli altri di ciò che si è con disinvoltura praticato in precedenza, è il fatto che queste lettere venissero allora (stiamo parlando del periodo della gestione capitolina di Veltroni) regolarmente protocollate. E il primo a meravigliarsi è lo stesso sindaco Alemanno. «Il fatto che quei documenti venissero protocollati è ancor più grave - osserva il primo cittadino - perché testimonia che c'era una disinvoltura nel ricevere queste lettere di raccomandazione veramente sconcertante».
Affidandosi però ai numeri, la storia di questi ultimi anni mostra un percorso diverso. Se è vero che il personale Ama è aumentato nel corso dell'ultimo lustro del 28% (409 unità in più rispetto al periodo coperto dalla precedente giunta), è altrettanto certificato che le assunzioni per chiamata diretta sono state solo 41 contro le 120 che la legge Brunetta permetteva alla municipalizzata. Inoltre, spiegano in Campidoglio, dal 2009 in poi i bilanci dell'Ama hanno sempre registrato utili. Cosa che non può dirsi per gli anni precedenti visto che nel 2008 il bilancio si è chiuso con 257 milioni di perdite ( nel 2007 era di 36 milioni).
L'altra municipalizzata finita sui giornali per «parentopoli» è l'Atac. E qui basta il confronto tra i 5 anni della giunta Alemanno e il biennio 2006 -2007 targato Veltroni per notare che i numeri contraddicono la vulgata corrente. Nel periodo della Giunta Alemanno sono state effettuate un totale di 1.604 assunzioni a fronte di 2.505 cessazioni, con un saldo di -901 unità. Nel solo biennio precedente, invece, sono state assunte 1.694 unità di personale a fronte di sole 1.435 cessazioni, con un saldo positivo di 259 unità. «Come era inevitabile - commenta il deputato Vincenzo Piso, coordinatore regionale del Pdl - la vera parentopoli sta venendo finalmente a galla». All'Ama, per esempio, lavora Marzia Smeriglio, sorella del già citato Massimiliano. Come anche lavorano alla stessa municipalizzata l'ex segretario regionale della Cgil, Franco Carcassi, assunto in Ama nel 2006 e Maurizio Venafro, assunto ancor prima ai tempi di Rutelli. Venafro, sotto processo per la vicenda All Clean, ricopre attualmente l'incarico di capo di gabinetto di Nicola Zingaretti in Regione. Anche Alberto Agostini lavora in Ama (dal 2000). Sua moglie all'epoca era la segretaria del vicesindaco Walter Tocci.
Tra i casi più rilevanti di questa «parentopoli» di sinistra ci sono quelli nati con la creazione del nuovo Auditorium e della Festa del Cinema. Qui è Goffredo Bettini, oggi ispiratore della campagna elettorale di Ignazio Marino, ad aver avuto un ruolo di tutto rispetto.

All'auditorium lavora Gloria Bozza, figlia dell'autista di Bettini, Lorenza Bonaccorsi, oggi deputata Pd, ma assunta già in epoca veltroniana, e Giovanni Cioffarelli, nipote di Franco, già assessore nella giunta regionale di Piero Badaloni. Per la Festa del Cinema lavorano, poi, come consulenti sia la sorella di Bettini, Fabia, che il cognato Gianluca Giannelli.

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