RomaL'ultimo atto è stato un colpo di ghigliottina. Via cinque assessori. Solo dopo l'eliminazione amministrativa di una parte della sua squadra, Renata Polverini ha messo la firma dell'addio. Da ieri l'ex segretaria generale dell'Ugl non è più governatrice del Lazio. Una decisione annunciata a inizio settimana, all'apice dello scandalo dei fondi del Pdl e della tempesta scoppiata sulla Regione, ma che tardava a concretizzarsi, facendo salire il tasso di nervosismo alla Pisana.
La lettera di dimissioni è stata inviata al presidente del consiglio regionale Mario Abbruzzese ieri pomeriggio. Questo non significa che il consiglio regionale va a casa. Sarà lo stesso Abruzzese a varare il decreto di scioglimento del parlamento regionale. Tutti guardano con ansia alla data del 20 ottobre, giorno a partire dal quale si apre per i consiglieri il diritto al vitalizio, l'assegno eterno dopo trenta mesi di mandato. Ma Abruzzese, secondo fonti del consiglio, potrebbe procedere allo scioglimento già oggi, facendo così saltare il diritto al vitalizio.
Quanto alla presidentessa, ha scelto la formula del delitto perfetto. Annunciato, peraltro, già il giorno precedente: «Taglio gli assessori e mi dimetto». Una riduzione (da 15 a 10) tecnicamente ineccepibile, perché l'amministrazione ordinaria, in questo periodo di chiusura di legislatura regionale, non necessita dello stesso numero di assessori. Politicamente, è stato il canto del cigno. Sono stati eliminati quattro uomini del Pdl (ex Fi e ex An): Stefano Zappalà (Turismo), Marco Mattei (Ambiente), Francesco Lollobrigida (Trasporto Pubblico) e Gabriella Sentinelli (Istruzione e Politiche Giovanili). La quinta è Angela Birindelli (Agricoltura), che ha rimesso le sue deleghe nelle mani del presidente dopo le notizie di un'indagine che la coinvolgerebbe a Viterbo per la fiera Vinitaly del 2011 (coinvolgimento smentito dall'interessata).
Le competenze degli assessori tagliati passano agli altri. Si rinforzano in particolare gli assessori più vicini all'ormai ex governatrice: Fabiana Santini, ex Fi, guadagna le deleghe al Turismo e ai Giovani. Mariella Zezza, polveriniana di ferro, acquisisce l'istruzione. Giuseppe Cangemi (Pdl) ottiene la delega ai rifiuti. Sono salvi l'«alemanniano» Pietro Di Paolo e Fabio Armeni, vicino al vicepresidente della commissione europea Tajani. Invariate le deleghe dei due Udc Ciocchetti (confermato vicepresidente) e Forte. La nuova giunta che condurrà il Lazio alle elezioni è così composta da cinque assessori del Pdl, due dell' Udc, uno de La Destra e due di Città nuove. Il taglio disposto, si sottolinea dall'entourage polveriniano, porterà un risparmio di circa 43 mila euro al mese.
Molto meno virtuoso è invece un altro tipo di taglio deciso dalla Regione.
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