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Garante, Meloni: "Se non si fida la sinistra...". FdI: “Favorevoli allo scioglimento”

Il premier ha risposto ai giornalisti sulle accuse dell'opposizione. Ranucci: "Nel Collegio ci sono anche uno della Lega e uno di Fratelli d'Italia". Ghiglia: "Nessun motivo per passo indietro"

Garante, Meloni: "Se non si fida la sinistra...". FdI: “Favorevoli allo scioglimento”
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Meloni stronca le polemiche sul Garante della Privacy dopo la puntata di Report andata in onda domenica sera. "Questo Garante è stato eletto durante il governo giallo-rosso, quota Pd e 5s e ha un presidente in quota Pd, dire che sia pressato da un governo di centrodestra mi pare ridicolo", ha sottolineato il presidente del Consiglio nel rispondere alle domande dei giornalisti. Meloni ha risposto al suo arrivo all'aeroporto di Fiumicino, da dove si è poi imbarcata su un volo che l'ha condotta a Bari, dove è arrivata per partecipare allo sprint finale di Luigi Lobuono, candidato governatore per la coalizione di centrodestra. "L'autorità è eletta dal Parlamento, non abbiamo competenza sulla possibilità di azzerarla". Questa, ha aggiunto, "è una decisione che casomai spetta al Collegio".

Ma ciò che Meloni ha tenuto a ribadire ai giornalisti e ai colleghi dell'opposizione è che questo Garante è in carica da prima che il suo governo si insediasse, nel 2022. Il Collegio attuale, infatti, è operativo dal luglio 2020, eletto dal governo allora in carica che era a maggioranza M5s e Pd. Essendo il mandato settennale, il Garante ha ancora due anni di attività davanti a sé, a meno che il Collegio non proceda diversamente. "Se il Pd e i 5s non si fidano di chi hanno messo all'Autorità per la Privacy non se la possono prendere con me, forse potevano scegliere meglio", ha aggiunto Meloni. Oggi, ha proseguito il premier rispondendo a chi gli domandava se va cambiato il sistema delle quote, "si può discutere sulla legge, se volete rifacciamo la legge ma non ho fatto io neanche quella, forse anche lì ve la dovreste prendere con qualcun altro".

Proprio oggi il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, conversando con i giornalisti a Palazzo Madama, ha annunciato che come Partito democratico stanno preparando "un’interrogazione urgente sulle vicende del Garante della privacy perché quello che emerso nelle scorse ore, anche grazie all’inchiesta di Report, è di una gravità inaudita. C’è un collegio che anziché garantire terzietà è connivente con partiti della maggioranza, con alcuni gruppi, con alcune aziende, con studi legali". Intervenendo a Un giorno da pecora, Sigfrido Ranucci ha commentato le parole del premier affermando che nel Collegio "ci sono anche uno della Lega e uno di Fratelli d'Italia, anzi l'unico proprio organico a Fdi è proprio Ghiglia mi pare". Agostino Ghiglia, citato da Ranucci, in un'anticipazione dell'intervista rilasciata a "L'Aria che tira" in onda su La7, sul possibile passo indietro ha dichiarato che "non c'è nessun motivo per farlo, perché la politica che lo chiede deve mettersi d'accordo con se stessa: o questo è un Garante indipendente, e quindi non dipende dalla politica, o questo è un garante dipendente, e quindi dipende dalla politica. Non si può andare a giorni alterni: la politica o c'è o non c'è. Visto che siamo indipendenti non teniamo conto delle suggestioni della politica".

Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di Fdi, ha dichiarato che "Pd e M5s invocano lo scioglimento dell'Autorità per la Privacy, nominata dal Parlamento durante il Governo Conte II, sostenendo che sarebbe politicamente schierata con Fratelli d'Italia. Peccato che, all'epoca delle nomine, Fratelli d'Italia rappresentasse appena il 4% dei parlamentari e che le scelte fossero interamente nelle mani di Pd e M5s". Donzelli ha messo in evidenza che "o i dirigenti di Pd e M5s sono stati talmente sprovveduti da nominare un'Autorità che oggi definiscono vicina a FdI, oppure sono così confusi da lasciarsi dettare la linea da Report e dal suo conduttore, Ranucci. In ogni caso, la coerenza di Fratelli d'Italia resta la stessa di sempre: favorevoli, con grande slancio e giubilo, allo scioglimento di qualsiasi ente o autorità nominata dalla sinistra". L'onorevole ha poi proseguito aggiungendo che "nei sistemi democratici lo scioglimento delle autorità indipendenti non compete alla politica, non sarà certo Fratelli d'Italia a difendere l'Autorità targata Pd-M5s. Ma la vera domanda è un'altra: ci sono altre colpe per la privacy da espiare, oltre quella di aver avuto l'ardire di sanzionare l'intoccabile Report?".

Il messaggio, ha concluso, è chiaro: "chi tocca Report subisce il "metodo Report", fatto di pedinamenti, controlli ossessivi e macchina del fango. Un avvertimento rivolto non solo alle Autorità indipendenti, ma anche ai magistrati, alle istituzioni e agli organi di stampa".

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