Elezioni Regionali 2023

Pregliasco resta fuori dal Consiglio regionale e ora fa la vittima

Fallisce la candidatura del virostar, che ottiene appena 2mila preferenza nella lista civica pro Majorino: "Eravamo eroi, ma oggi ci impallinano perché eravamo quelli che raccontavano la verità"

Pregliasco resta fuori dal Consiglio regionale e ora fa la vittima

È veramente un brutto colpo per il virologo presenzialista televisivo per eccellenza: Fabrizio Pregliasco non entra nel Consiglio regionale della Lombardia. Colui che aveva tenacemente sostenuto Pierfrancesco Majorino nella (fallimentare) corsa per succedere ad Attilio Fontana come governatore rimane quindi fuori dal Pirellone: decisivo, in questo senso, è stato il piazzamento del professore universitario al quinto posto nella lista del "Patto Civico – Majorino presidente" con appena 2.005 preferenze. Gliene sarebbero serviti quasi il doppio per assicurarsi un seggio. Pregliasco tornerà così quindi a svolgere a tempo pieno il proprio lavoro in ospedale e la sua amarezza non rimane certo nascosta.

Gli attacchi e i rimpianti di Pregliasco

"Eravamo eroi, oggi forse ci considerano ingombranti – ha affermato quasi con costernazione il virologo –. Ci hanno impallinato perché eravamo quelli che raccontavano la verità, comprese le incertezze e i limiti della scienza". Il suo debutto in politica non è stato esattamente fortunato e Pregliasco - invece di assumersi le responsabilità di questa sconfitta - preferisce addossare la colpa agli elettori, facendo al tempo stesso la vittima di quello che è successo nel post-Covid. "Fontana e la sua forza politica nonostante tutto oggi rappresentano la nuova normalità che la gente ha ritrovato e non vuole perdere. Non mi stupisce il trattamento che riceviamo come virostar. La pandemia in Lombardia è stato uno tsunami difficile da gestire per chiunque: diciamo che la matrice politica ha vinto su emozioni e dolori passati".

Lo sfogo: "E' mancato un partito alle spalle"

Dovevano essere le elezioni dei civici e invece sono state quelle della tenuta e, in certi casi, della ripartenza dei partiti tradizionali: Lega in primis. "Io sono entrato in punta di piedi, conoscevo i rischi. Lo rifarei: ho avuto modo di incontrare e confrontarmi con tanta gente nelle piazze e nei mercati. Ne esco arricchito". Il problema, secondo il suo punto di vista, è che ha "pagato l'assenza di un partito alle spalle, oltre alla sconfitta della nostra coalizione". Un vero peccato per colui che ha trascorso un'intera campagna elettorale ad attaccare il centrodestra per via delle presunte posizioni "no vax" della coalizione che sta attualmente governando ora il Paese, come è successo qualche giorno fa in televisione dove è riuscito a fare un collegamento assurdo tra il caso Cospito e i vaccini anti-Covid. Ora, però, Pregliasco assicura: "Ritorno a lavorare".

La Regione Lombardia riuscirà ampiamente a farsene una ragione.

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