Hollande va in jet: 9.200 euro per votare

Il presidente battuto e accusato di sprechi. E la gauche agita (invano) lo spettro "estremismo"

Hollande va in jet: 9.200 euro per votare

Parigi - Sono 315 le città in cui il movimento «Bleu Marine» è in corsa per il ballottaggio di domenica. Sbiadiscono i socialisti e Hollande, protagonista della sconfitta elettorale, viene anche preso di mira per il viaggio sul Falcon presidenziale (tratta Parigi-Tulle) con cui si è recato alle urne alla modica cifra di 9.200 euro. Ma tornando al voto: in 114 comuni con più di 30 mila abitanti sarà scontro triangolare con i candidati Ps e Ump. I tentativi della sinistra socialista di rinnovare il Fronte Repubblicano con i neogollisti sono falliti sul nascere. L'Ump, per la prima volta, affronta i lepenisti al ballottaggio senza accusarli di essere esponenti di un partito al limite dell'incostituzionalità. Perché sono i numeri a segnalare il definitivo sdoganamento del Front da parte dell'opinione pubblica e smentiscono che il successo lepenistasia da «Paura sulle città», evocata ieri da Libération.

Perfino la destra neogollista ha dovuto prendere atto che non conviene gridare al pericolo Le Pen, e punta a rosicchiare consensi in vista di domenica. Il Front presentava liste in soli 600 comuni su 36 mila e ha ottenuto un dato nazionale pari al 4,6%. Ora, però, Marine deve riuscire a scrollarsi di dosso l'altra etichetta, quella di guidare un partito populista. Appresi i risultati del Front National, Najat Vallaud-Belkacem, portavoce del governo, le ha chiesto provocatoriamente: «Qual è il vostro programma? Obbligare i bambini francesi a mangiare prosciutto cotto? Obbligare le biblioteche ad abbonarsi a Minute?» (il settimanale considerato vicino al Front). Via libera al primo impegno: in tutte le città in cui governeremo, ha detto ieri Le Pen, saranno abbassate le tasse locali. È la prima promessa chiara su cui il Fronte dovrà dar prova di concretezza. Una cosa sono gli annunci fatti per galvanizzare i simpatizzanti, scontenti dalle politiche pro euro, un'altra il compito dei sindaci, che dovranno confrontarsi con i bilanci dei comuni. Un primo cittadino è già stato eletto al primo turno, quello di Hénin Beaumont dove il Front ha battuto i socialisti.

Una vittoria simbolica che ha dato la possibilità a Le Pen di rispondere alle provocazioni, spiegando al Ps che forse il vero partito repubblicano è il Front National: «Altrimenti non ci avrebbero votato». Lo scontro triangolare in 114 città con più di 30 mila abitanti sarà il prossimo scoglio per verificare la portata della «vague Bleu», in attesa di un altro successo annunciato: le europee del 22 maggio: «Se vinciamo, chiederemo lo scioglimento dell'Assemblea nazionale e un nuovo voto con sistema elettorale diverso». Hollande è stato sconfessato . Sedici ministri socialisti si sono candidati, la metà ne è uscita sconfitta o in posizioni di minoranza. Una débâcle (solo il 37% per il Ps) che ha costretto il presidente francese ad anticipare il rientro dal G8 e partecipare a «riunioni di lavoro» col partito. Tra cui il premier, capro espiatorio pronto per sacrificarsi sull'altare del rimpasto, dopo l'accusa pubblica di alcuni colleghi di essere stato poco efficace. C'è la questione politica del Front, ma pure quella culturale. Ad Avignone, il direttore del Festival fondatoda Jean Vilar, dice che se il Front national vincerà, sposterà l'evento altrove.

«Non potrei lavorare con un sindaco frontista». Intanto Joël Gombin, dottore di ricerca all'Università della Piccardia, specializzato nelle analisi sul voto lepenista, stima che i «Bleu Marine» possono crescere ancora e raggiungere i 1.000 consiglieri.

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