Primarie nel Pdl

La svolta di Berlusconi. Il candidato premier sarà scelto dalla gente. Il vertice del partito: noi voteremo Alfano

Primarie nel Pdl

Non abbiamo il decreto sviluppo, ma in compenso il governo ha nominato il nuovo presidente e il direttore genera­le della Rai. Non solo non si capisce più se l’urgenza del Paese era sistemare i conti o le pol­trone, ma addirittura pare che il governo non abbia il potere di fare questo passo, almeno così come è stato compiuto. Monti, insomma, avrebbe forzato la legge e sfidato i partiti per imporre ai vertici della Rai due signori provenienti dal mondo bancario. In­genuità? Arroganza? Oppure calcolo per creare un incidente da prendere come scusa per uscire di sce­na visto che la situazione è sempre più ingestibile?

La risposta la sapremo nelle prossime ore. La cer­tezza, ieri, è stata un’altra. E cioè che il Pdl farà le pri­marie per far scegliere alla gente chi dovrà essere il candidato premier alle prossime elezioni. Stesso annuncio da parte del Pd. Ma se a sinistra le prima­rie non sono una novità, per il centrodestra, abitua­to a una guida sola e indiscussa, si tratta di una rivo­luzione. Il vertice del partito sosterrà la candidatu­ra di Angelino Alfano, il che significa ufficializzare il ruolo di allenatore non giocatore per Silvio Berlusconi. Il quale ieri ha ribadito, sondaggi alla mano, come il partito stia pagando il sostegno al governo Monti e come gli elettori chiedano una sua presen­za maggiore nell’arena della politica.

Il passo è rischioso ma il dado è tratto. La nuova agenda del Pdl prevede meno Monti e più Pdl, di­sposto eventualmente ad allearsi con liste civiche (Montezemolo, Sgarbi, Bertolaso) che dovessero nascere, ma non disposto a spacchettarsi.L’appun­tamento con le primarie è per l’autunno, sempre che la situazione non precipiti prima. Il sostegno al governo dei tecnici infatti non è più un dogma. Ci sarà solo se non verranno messi sul tavolo altri provvedimenti contrari agli interessi degli elettori di centrodestra.

Rispetto alle tensioni e alle polemiche della vigi­lia, il vertice di ieri ha rasserenato gli animi. Molto più di quanto stia accadendo nella sinistra dove la guerra fratricida dentro il Pd e tra questi e gli alleati è ormai al calor bianco. I numeri che lo danno in te­sta nei sondaggi dicono poco, tante sono le divisio­ni e le incompatibilità di fatto.

Insomma, se per il Pdl, dopo la débâcle delle amministrative, la situa­zione non può che migliorare, la sinistra rischia di accelerare sulla china discendente, e la partita re­sta più che aperta.

Ps. Al presidente Monti tutta la nostra solidarie­tà e gli auguri sinceri affinché sua moglie, da ieri ri­coverata in ospedale a Milano, possa presto ri­prendersi.

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