Prodi vuole fare il rottamatore, ma c'è già chi lo lancia al Colle

Altro che rinnovamento: la sinistra non cambia mai. Dopo la vittoria di Bersani, rispunta anche Prodi e invita il partito a rinnovarsi. Ma c'è già chi lo vuole al Colle

L'ex premier Romano Prodi
L'ex premier Romano Prodi

E andrà a finire che il centrosinistra, dopo aver incoronato Pier Luigi Bersani candidato premier alle prossime elezioni, punterà su un altro volto nuovo da mandare alla presidenza della Repubblica quando Giorgio Napolitano farà armi e bagagli e lascerà il Quirinale: Romano Prodi. Alla faccia della rottamazione e del rinnovamento tanto invocati da Matteo Renzi in questi mesi.

Nelle ultime settimane l'ex presidente del Consiglio è tornato a farsi sentire, quatto quatto. Poche comparsate qua e là, qualche intervista per applaudire Bersani e così via. Tanto che, appena il segretario piddì ha portato a casa il risultato al ballottaggio di domenica scorsa, Prodi è rispuntato fuori, insieme ai vari Massimo D'Alema e Rosy Bindi. Subito intervistato dal Correiere della Sera, il Professore ha spiegato Bersani ha gli strumenti adatti per mettere in atto un rinnovamento: "Ha in mano il partito dopo una battaglia personale molto coraggiosa. Non erano pochi nel Pd quelli che non volevano le primarie, e sono loro, a questo punto, i veri sconfitti". Secondo l'ex premier, è sempre più necessario un ricambio generazionale che parta dal basso. Eppure, al di là delle dichiarazioni di intenti, il centrosinistra non è stato capace di rinnovarsi, di cambiare, di porre la parola "fine" a un passato comunicta che non riesce a lasciarsi definitivamente alle spalle. Come aveva spiegato anche Silvio Berlusconi, con Renzi alla guida il Partito democratico avrebbo potuto finalmente diventare una forza social democratica che molti Paesi europei, come Germania e Gran Bretagna, hanno già da diversi anni. Non solo il risultato delle primarie dimostra l'esatto contrario, ma le prime dichiarazioni rilasciate dai vertici del Pd provano che Bersani e compagni guardano addirittura al passato. Non è, infatti, una boutade la candidatura di Prodi al Quirinale fatta ieri mattina dal presidente della Liguria Claudio Burlando. "Bersani a Palazzo Chigi e Prodi al Quirinale - ha twittato - da domani questo diventa l'obiettivo".

Fanno, dunquem sorridere le parole che Prodi ha avuto per Renzi e per il suo contributo al partito. "Considerando l’età e l’impostazione che ha dato alla sua campagna, Renzi ha un futuro davanti a s - ha spiegato il Professore - ha creato una squadra nel territorio, un serbatoio di energie che, se bene utilizzato, non potrà che dare vitalità al partito". Tuttavia, dovrà aspettare ancora a lungo.

La vecchia guardia di via del Nazareno non è affatto disposta a cedere il passo. Non alle soglie di un anno in cui si libereranno le due poltrone per eccellezza: la presidenza del Consiglio e la presidenza della Repubblica. E il Pd vuole mettere le mani su entrambe.

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