Pronti all'opposizione

Noi liberali non ci faremo umiliare. Facciamoci sentire, nelle piazze e ovunque, perché il bene del Paese o coincide con il bene nostro oppure non è

Pronti all'opposizione

Queste ore potrebbero essere le ultime da senatore di Silvio Berlusconi. E per quanto Alfano e la sinistra urlino il contrario, credetemi, non è un fatto personale dell'ex premier. Se la decadenza per via giudiziaria (imminente sentenza di cassazione sull'interdizione dai pubblici uffici) è ineluttabile in quanto nella sola disponibilità dei magistrati, non altrettanto si può dire per la via politica che la sinistra mercoledì vuole imboccare con il voto in Senato. Per rendere quantomeno difficile questo affronto basterebbe che Alfano e compagni anteponessero al loro «fatto personale» di rimanere ministri ad ogni costo quello superiore di uomini liberi, coerenti e leali. Uomini che non mollano il capo nel momento decisivo, uomini che si rifiutano di collaborare con l'aguzzino qualsiasi sia il prezzo da pagare.

Ieri Berlusconi, parlando ai giovani di Forza Italia, ha detto chiaramente che lui di arrendersi non ha intenzione. Perché via lui la sinistra, come in parte sta già avvenendo, avrebbe la strada spianata. A stare immobili, ad assecondare i piani del gruppo di Alfano, ci aspettano solo più Stato, più tasse, più polizia fiscale, più Europa. E allora tanto vale fare chiarezza e non rendersi complici almeno di questo. Come? Che Forza Italia nelle prossime ore (la manovra finanziaria è in votazione in questi giorni) possa passare all'opposizione è un'ipotesi più che probabile. E per nulla drammatica. Il governo Letta-Alfano vuole andare avanti con una maggioranza risicata? Si accomodi. Napolitano vuole aprire una crisi per allargare la maggioranza a transfughi grillini? Faccia. In ogni caso parleremmo di governi non più legittimati, neppure vagamente rappresentativi della volontà espressa dagli elettori nelle urne. Pezzi di partiti incompatibili che si mettono insieme per soddisfare, oltre che ambizioni personali, il piano di un Napolitano ormai non più lucido, fuori controllo e in preda a un delirio di onnipotenza.

Berlusconi ieri ha detto: non mi farò umiliare.

Facciamo nostro questo invito: noi liberali non ci faremo umiliare. Facciamoci sentire, nelle piazze e ovunque, perché il bene del Paese o coincide con il bene nostro, delle nostre famiglie e delle nostre imprese, oppure non è. E non lo sarà mai.

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