Tutte le scelte individuali, anche quelle estreme, sono rispettabili, non tutte sono esemplari. E non vedo nulla di esemplare nel sodomizzare o nel farsi sodomizzare. E non mi sento per questo moralista, perché non lo trovo né strano, né raro, né riprovevole. Non sfugge a nessuno il significato inequivocabile, e perfino beffardo, della frequente locuzione: «Sono cazzi vostri». Mi sembra strano dover richiamare questi elementari riferimenti logico linguistici, se pensiamo che altrettanto non si può dire per chi, con sacrificio della propria vita e del proprio tempo, si occupa di poveri, di malati, assiste persone bisognose, anche in nome di valori religiosi nei quali possiamo non credere, ma che hanno riflessi sul piano della umana solidarietà, ovvero della assistenza ai più deboli. In questo ambito si definiscono valori morali.
È questa la ragione per la quale io resto profondamente contrario alle ipocrite soluzioni legislative, chiamate Pacs o Dico, che non rispondono a necessità primarie, o a legalizzare situazioni irregolari, ma a sancire la legittimità sociale delle unioni civili omosessuali. Esse rientrano, a mio modo di vedere, fra le scelte individuali, non fra i valori. La famiglia cristiana, che uno può non volere per sé (ed è il mio caso), risponde a un ordine sociale coerente. Difficile sostituirla o anche soltanto integrarla con una pur rispettabilissima unione omosessuale. È perfettamente coerente, e non da considerarsi una ingerenza, che la Chiesa si ribelli a questa determinazione legislativa a cui si attribuisce, in chiave laica, un fondamento etico. Esso non vi è. La ricerca di approvazione per quella che fu, nella sua prima evocazione letteraria, la relazione fra Rimbaud e Verlaine, è del tutto fuori luogo. Con questo comportamento, con questo tentativo di legittimazione legislativa, si minaccia, in realtà, lo slancio eversivo, rispetto alla società, di una tale scelta individuale. Che non dovrebbe tollerare la normalizzazione. In tal modo, non c'è più rispetto sostanziale per la diversità. Così può accadere che la pretesa di riconoscimento di un comportamento trasgressivo diventi la norma. E mentre nessuno, se non per odioso fanatismo, oserebbe pronunciare la parola «musulmano» o la parola «ebreo» con l'intenzione di offendere, si può dire, anche da parte di ragguardevoli esponenti politici, la parola «cattolico» con intento spregiativo, offensivo.
Il mondo cattolico non è più un mondo di valori coerenti e densi di straordinarie conseguenze sul piano estetico e culturale (dalla Divina Commedia, al Giudizio Universale, ai Promessi Sposi), ma è il simbolo odioso di oscurantismo, di intolleranza, di repressione, guarda caso soltanto nella sfera sessuale. I preti hanno criminalizzato, pur praticandoli spesso, comportamenti normali, fra i quali presto vi sarà anche la pedofilia. Perché non capire le ragioni di un pedofilo? Perché non intenderne la sfera morale? Singolare che in questa crociata anticristiana, aperta dai vari gay pride degli ultimi anni, non si invochino le libertà sessuali garantite dalla religione ebraica e da quella musulmana, in tutto simili a quella cristiana. C'è in realtà una molto più insidiosa e fanatica religione, la religione dei laici che pretendono che ogni loro piacere o divertimento venga rispettato come un valore.
Da questi segnali, si capisce il rischio dell'Occidente di perdere ogni identità, rinunciando ai valori di appartenenza, di cui la religione è titolare (Chiesa come ecclesia vale in quanto comunità, quindi valore sociale) in cambio della legittimazione orgogliosa e ostentata (ecco le forme di orgoglio gay o di outing) di qualunque comportamento individuale. Il drogato ha le sue ragioni, l'ubriaco ha le sue ragioni, il pedofilo le sue ragioni e via via anche il ladro e l'assassino. Ci sarà presto la giornata dell'orgoglio degli assassini che invocheranno il diritto di uccidere chi abbia fatto loro un torto. E non è mancato il precedente. Si tratta dell'«etica del canaro» che dichiarò le sue buone ragioni per avere tagliato palle e orecchie al suo grosso e prepotente nemico e averlo incaprettato esemplarmente, convinto che quel comportamento sia proprio e opportuno per chi patisce un sopruso. Forse fra dieci anni nel Parlamento ci troveremo a votare una legge per difendere i diritti e l'orgoglio del canaro.
(2. Fine)
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