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"Propaganda dell'utero in affitto". Scoppia la bufera sull'evento a Milano

L'evento Wish for a Baby farà conoscere le più recenti tecniche di fecondazione in vitro. L'ira di Di Maggio (FdI): "La donna viene usata come un'infrastruttura"

"Propaganda dell'utero in affitto". Scoppia la bufera sull'evento a Milano

Nelle scorse settimane il tema dell'utero in affitto è tornato al centro della discussione politica, alimentando il dibattito in Italia tra fazioni opposte. Una questione che nelle ultime ore è stata sollevata da Grazia Di Maggio: la deputata di Fratelli d'Italia ha manifestato a ilGiornale.it tutte le preoccupazioni e le criticità sul Wish for a Baby, l'evento che si terrà a Milano e che renderà note le più recenti tecniche di fecondazione in vitro. Il timore è che dietro possa nascondersi "la propaganda dell'utero in affitto".

L'evento "Wish for a Baby" permetterà di conoscere le più recenti tecniche di fecondazione in vitro per chi ha delle difficoltà a rimanere incinta. Da dove deriva la sua netta contrarietà?

"Anzitutto, i paletti della legge 40 sono piuttosto stretti anche per quanto riguarda la procreazione assistita e soprattutto la fecondazione eterologa. Sentenze della Consulta come la 162 del 2014 e la 96 del 2015 li hanno sì allargati in ben determinate circostanze, ma non eliminati. Gli organizzatori oggi probabilmente tenteranno di nascondere tra le righe la propaganda dell'utero in affitto. Ma sappiamo che uno dei tre promotori è Babble, che tra le pagine collegate al suo sito offre consulenze dettagliate per intraprendere il percorso di surrogazione di maternità. E poi basta già leggersi l'home page della manifestazione, per capire che aria tira: 'Scoprirai le diverse opzioni di trattamento disponibili nel mondo', 'discuteranno anche dell'adeguatezza di un trattamento all'estero', 'spiegheranno i metodi di trattamento disponibili sia a livello locale che in tutto il mondo'. Maquillage a parte, è la stessa solfa di Parigi. Solo che qui non è illegale solo la gestazione per altri, ma anche propagandarla. Wish for a baby sicuramente tratterà anche di tecniche ammesse da noi, ma se uno ti offre una pizza e un bicchiere di veleno, non puoi berti il veleno perché la pizza è buona".

Perché ritiene che in tal modo la donna sia paragonabile a un'infrastruttura?

​"Quell'espressione l'ho ripresa dal professor Musio, Ordinario di Filosofia a Scienze della Formazione in Cattolica di Milano, e membro del direttivo del Centro di Ateneo di Bioetica e Scienze della vita della stessa Università. Nel suo libro 'Baby Boom', Musio riporta le autodescrizioni di diverse donne che fanno la madre surrogata: 'io sono solo una babysitter', 'sono solo un forno', 'il mio corpo fino qui è mio e da qui in giù è loro', dei committenti, con una sorta di auto-estraneazione rispetto al sé corporeo. E questo accade in relazione all'evento più sacro e magico dell'esistenza della nostra specie, anche indipendentemente dalla fede religiosa: la nascita di una vita, e di una persona. Che è un evento di relazione tra madre e figlio, l'evento di relazione più squisitamente umano di tutti, subito prima dell'unione amorosa tra un uomo e una donna, anche questa completamente amputata dalla mercificazione a contratto".

Ma ora le diranno che ha gli occhi rivolti al passato e una visione poco progressista.

"​La maternità surrogata è una pratica che ha una evidente connotazione classista oltre che spesso razzista, un commercio che umilia le donne, come ha affermato giustamente anche il ministro Roccella. Una pratica discriminatoria alla radice, perché presuppone una divisione di ruoli basata sul bisogno economico per chi offre, e sulla fissazione di prezzi graduati secondo standard che mi è difficile non considerare eugenetici. La donna che dà l'ovocita, quando non è la 'cliente', si sceglie sulla base di classici criteri che riflettono una gerarchia di per sé sprezzante verso la donna come persona: alta, bella, bionda, in genere una donna dell'est. Un articolo di consumo, dall'entry level al lusso. Gli ovociti delle donne nere costano molto meno delle donne bianche, con una evidente connotazione razzista. Questo più che progresso mi sembra un incubo, con la riduzione a merce dei bimbi e a forni delle donne. Il progressismo spesso è degenerato in regimi sanguinari e ha ingiustamente compresso l'individuo sotto lo Stato, ma almeno alla radice aveva l'idea dell'emancipazione delle persone e della eliminazione dello sfruttamento".

C'è un collegamento, diretto o indiretto, alla lotta contro l'utero in affitto?

"​Assolutamente diretto. E, aggiungerei, alle forme di aggiramento del suo divieto".

Sarebbe opportuno che il sindaco di Milano, Beppe Sala, si pronunciasse in merito all'evento oppure ormai bisogna rassegnarsi alla linea del Pd di Elly Schlein?

"​Schlein è una persona che per il momento non ha lasciato traccia in nulla di concreto, e anche a parole sembra in difficoltà quando c'è da prendere una linea concreta in modo chiaro. Sala è un sindaco che non ho votato ma è stato eletto e rieletto dai cittadini milanesi, un uomo con esperienze fattive alle spalle, prima della politica, e amministra una delle più importanti città europee. Troverei normale che assumesse una posizione in grado di riflettere, a modo suo, le perplessità e le preoccupazioni che abbiamo visto nel 2022 provenire anche dalla sua area politica, da Eugenio Comincini a Valeria Valente. Questa non dev'essere certo la bandiera di una sola parte. La maternità surrogata divide donna e bambino, riconoscimento affettivo e procreazione. Bisogna sventare questa divisione, non dividercisi sopra".

Il governo Meloni sta studiando una serie di interventi a favore delle famiglie per incentivare la natalità. In tal senso la fecondazione in vitro non è un'opportunità verso la genitorialità?

"L'unico aspetto numericamente importante in cui la gravissima denatalità italiana si intreccia con problemi di infertilità delle persone sta nel fatto che troppe coppie arrivano a prefiggersi la procreazione in età molto avanzata, per ragioni varie, con aspetti culturali ma anche economici, legati al mercato del lavoro giovanile e femminile e all'accesso al credito. Questo è uno dei fattori su cui le misure per le famiglie devono incidere, sicuramente. Tuttavia pensare che la fecondazione in vitro, che risolve un problema affettivo, medico ed esistenziale serio e rispettabilissimo di specifiche persone, sia uno strumento per promuovere una natalità che risulti incisiva e visibile nei numeri su scala di massa, è assurdo.

Le due cose convivono ma non coincidono".

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