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"Xenofobia e bestialità". Da Saviano ancora insulti al governo

Roberto Saviano non si tira indietro e si piazza dalla parte di chi strumentalizza la tragedia di Cutro contro il governo che definisce "vendicativo"

"Xenofobia e bestialità". Da Saviano ancora insulti al governo

Tra chi non esita a puntare il dito contro il governo per i naufragi nel Mediterraneo non poteva mancare Roberto Saviano che, con la solita retorica buonista ma irreale, visto che le indagini sono ancora in corso per appurare la verità, dalle colonne de La Stampa pontifica, in riferimento alla tragedia di Cutro: "Si dovevano salvare". I fatti su quel naufragio devono ancora essere appurati ma ci sono alcune certezze, come la mancanza di un mayday da parte del caicco e l'evidenza che la barca è naufragata a causa di una secca a poche decine di metri dalla riva.

Ma per Saviano, e quelli come lui, le responsabilità sono in capo al governo. La strumentalizzazione della tragedia di Cutro emerge anche dalle parole dello scrittore per attaccare l'esecutivo: "Chi si aspettava un cambio di rotta rispetto alle bestialità pronunciate in campagna elettorale deve fare i conti con un esecutivo che ha sfidato il ridicolo col decreto anti-rave, ha gestito malissimo il caso Cospito e ora, di fronte a decine di persone morte in mare a 100 metri dalle nostre coste, non è capace di abbassare la testa". Saviano sale poi in cattedra, ovviamente sottolinea che questo governo non ha voluto la tragedia "ma le morti di Cutro sono la conseguenza delle dichiarazioni e delle promesse di Meloni, Salvini e Piantedosi. Sono le loro parole che diventano azione politica".

Rifiuta di essere ascritto tra quelli che speculano sulla tragedia e punta quel ditino contro gli esponenti del governo: "L'impressione è che vivano in un mondo alternativo dove ciò che è bene (il soccorso in mare delle Ong, ad esempio) diventa il male assoluto e ciò che è male (la propaganda xenofoba di Meloni e Salvini e le bestialità di Piantedosi) si guadagna rispetto". Definisce questo un "governo vendicativo", che "minaccia e intimidisce pubblicamente chiunque non si adegui alla catena di comando". È l'ennesimo tentativo di distorsione della realtà con una narrazione che tenta di porre il governo in cattiva luce.

Facendo leva sulle morti dei bambini di Cutro, secondo Saviano "non si deve dire perché le bare bianche stridono con il racconto dei neri palestrati con cui Salvini e Meloni hanno insozzato i social media, condizionando l'opinione pubblica". Però, sebbene lo scrittore tenti di far passare il messaggio che i due leader di partito abbiano detto falsità, che siano soprattutto gli uomini a sbarcare in Italia è un dato di fatto. Saviano filosofeggia e sostiene che "pietà, umanità e solidarietà sacrificate sull'altare del consenso politico. Che poi, conquistato blandendo i post razzisti, è davvero un consenso effimero".

Anche se lo rifiuta, Roberto Saviano fa parte di quella parte che ha usato e sta usando i morti di Cutro a scopo politico, polemizzando e tentando di picconare il governo.

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