A due settimane dalla presentazione delle liste elettorali, Silvio Berlusconi lavora alle alleanze che potrebbero portarlo ad avere una maggioranza solida in Parlamento. "Non ho obiezioni ad un vicepresidente leghista se il Carroccio ci darà un contributo elettorale...", sostiene al Tg4, spianando la strada anche a una coalizione per la corsa alla Regione Lombardia.
"Resto convinto che la soluzione migliore sia la maggioranza assoluta del Pdl, ma se la maggioranza si raggiungesse con un solo alleato, che è la Lega, con cui abbiamo lavorato bene, questa potrebbe essere una soluzione", aggiunge il Cavaliere secondo cui se il Carroccio non si allea con il Pdl "sarebbe isolato e non riuscirebbe a portare a Roma le istanze dei suoi elettori del Nord. Inoltre perderemmo la Lombardia e poi cadrebbero il Piemonte e il Veneto".
In serata è arrivata la risposta della Lega. Roberto Calderoli non risponde con un no secco, ma lascia ventilare un possibile accordo. "Ora il Pdl si dia una mossa, dopo essere stato scaricato e schiaffeggiato da Monti", incalza il leghista, "Noi proponiamo Maroni come governatore della Lombardia e siamo pronti a riconoscere e a presentare Berlusconi come capo della coalizione, come richiede l'attuale legge elettorale, ma come candidato premier ci vuole qualcuno che non abbia mai votato i decreti Monti che hanno distrutto il Paese, per fare un esempio un Tremonti. Ne parlerò a Maroni e poi andremo a vedere che cosa ne pensano e che cosa ci propongono gli amici del Pdl ma bisogna farlo in fretta perché i tempi stanno per scadere".
Parlando del suo programma, intanto, Berlusconi ha ribadito che nelle prossime elezioni ci saranno tante facce nuove nel Pdl: "Sarò circondato da una squadra di protagonisti del mondo del lavoro. Il 50% dei candidati arriverà proprio dall’imprenditoria, tutti con una propria rendita, così da non doversi preoccupare di fare i soldi con la politica. Il 10% dei candidati, infine, saranno i nostri giovani parlamentari che hanno lavorato bene e che si sono dimostrati capaci e appassionati", ha assicurato. Inoltre, il partito andrà avanti "nella difesa della famiglia: non vorremmo dover assistere, con l’avvento della sinistra al potere, all’inflazione dei matrimoni gay e all’apertura delle nostre frontiere ai migranti stranieri".
L'ex premier, poi, torna a scagliarsi contro Mario Monti e la sua Agenda che non è che "la continuazione della politica del Governo tecnico, su ispirazione della Germania. Una cura sbagliata, che ha portato ai numeri che conosciamo, con risultati negativi". Berlusconi non risparmia nemmeno l'Europa: "Ho letto i giornali stranieri e titolavano: torna Berlusconi e trema l’Europa", ha detto, "Non sapevo di essere così forte. Berlusconi non era irriso in Europa, ma temuto. Ho utilizzato il veto per i provvedimenti che ritenevo contrari all’interesse del mio Paese".
Subito dopo, in una telefonata alla comunità Incontro di don Gelmini, il Cavaliere ha lanciato parole al vetriolo anche contro chi "ci ha costretto a lasciare il governo un anno fa circa con una congiura che la storia metterà in luce". Per Berlusconi si è trattato di una "congiura politica, mediatica e anche internazionale: hanno tirato fuori questo fantasma improvviso dello spread che rappresenta in tutto e per tutto una spesa possibile per il costo degli interessi del due per cento in più all’anno, quindi meno di cinque miliardi in un anno. Una difficoltà quindi facilmente superabile. Si sono inventati di tutto e di più".
Così come è un'invenzione il "baratro" sul cui orlo era l'Italia a fine 2011: "È una retorica fondata sulle
menzogne e sulla falsità", assicura il leader del Pdl, "L’Italia ai tempi del mio Governo stava bene, era la seconda economia più solida d’Europa. Purtroppo con questa cura dell’austerità, tutto da allora è andato peggio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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