«Punito Monti, il proconsole tedesco»

Parola di Nobel per l'Economia: «La responsabilità del boom dell'aspirante comico Silvio Berlusconi e di un comico vero, Beppe Grillo, è dell'Europa e del signor Monti, il proconsole installato dalla Germania per imporre l'austerità fiscale su un'economia già in difficoltà». Usa parole forti Paul Krugman, in un articolo pubblicato dal New York Times. Krugman picchia duro su chi a Bruxelles e altrove in Europa ha voluto un premier tecnico per l'Italia: «Quando l'Europa si è infatuata per le politiche di austerità, gli alti funzionari hanno respinto le preoccupazioni per cui il taglio della spesa e l'aumento delle tasse nelle economie depresse avrebbero potuto peggiorare le cose». E ancora: «I politici poco raccomandabili sono in aumento in tutta l'Europa meridionale. I funzionari europei non ammettono che le politiche imposte ai debitori sono un disastroso fallimento. Se questo non cambia, le elezioni italiane saranno solo un assaggio della pericolosa radicalizzazione che verrà». Parole che evidenziano i peggiori timori per il futuro politico del nostro Paese e dell'Ue. Timori che cominciano a trapelare dalle dichiarazioni di tanti esponenti politici europei e nella stampa internazionale. Per il Wall Street Journal «le elezioni italiane hanno dato l'esito peggiore possibile: un risultato con cui è impossibile immaginare qualsiasi governo stabile». Il ministro tedesco dell'Economia Philipp Roesler aveva «immaginato un risultato migliore per i partiti pro-riforme» e afferma che «non c'è alternativa alle riforme strutturali già avviate». Ma chi la spara più grossa è il leader socialdemocratico Peer Steinbrueck: «Sono allibito che abbiano vinto due clown, uno dei quali con un eccesso di testosterone».


In controtendenza la leader della destra nazionalista francese Marine Le Pen, che chiede di prendere atto della «rivolta» espressa nelle elezioni: «L'Europa non può restare sorda di fronte al rifiuto di una politica ostile ai popoli: quello espresso dagli italiani con questo voto è un segnale importantissimo indirizzato all'Unione Europea».

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