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Emergenza migranti, il Pd boicotta l'intesa nazionale: cosa succede ora

Il capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha firmato l’ordinanza per fronteggiare l'eccezionale incremento migranti in Italia: tutte le Regioni d'accordo, tranne le quattro governate dalla sinistra

Emergenza migranti, il Pd boicotta l'intesa nazionale: cosa succede ora

Gli amministratori del Partito Democratico sembrano sempre molto bravi - a parole - nel discettare di gestione dei migranti ma, non appena scatta l'emergenza e quindi bisognerebbe il più possibile mostrare responsabilità per coordinare in maniera unitaria l'immigrazione, ecco che scappano a gambe levate. Emblematico, da questo punto di vista, è stato il comportamento nei confronti dell'ordinanza numero 984 firmata da Fabrizio Curcio. Il capo del Dipartimento della Protezione civile ha disposto, tramite questo provvedimento, le prime disposizioni urgenti per fronteggiare "lo stato di emergenza in conseguenza dell'eccezionale incremento dei flussi di persone migranti in ingresso sul territorio nazionale attraverso le rotte migratorie del Mediterraneo".

L'ordinanza ha effetto sul territorio delle regioni Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia e delle Province Autonome di Trento e di Bolzano. Per il completamento dele entità territoriali italiane mancherebbero Emilia-Romagna, Toscana, Campania e Puglia. Tuttavia queste regioni che - guarda caso - sono le uniche governate dalla sinistra, hanno deciso di non sottoscrivere l'intesa trovata a livello nazionale. Un boicottaggio per segnalare il proprio dissenso politico nei confronti delle scelte intraprese dal governo dopo la dichiarazione dello stato d’emergenza, nonché per strumentalizzare una questione molto importante nell'ambito dell'ordine pubblico.

La nomina di Valenti a commissario dell'emergenza migranti

Nella medesima ordinanza Fabrizio Curcio ha disposto anche la nomina di Valerio Valenti come commissario delegato per lo stato di emergenza per i migranti in tutte le regioni che hanno firmato l'accordo con la Protezione civile. Attualmente Valenti è capo del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno e si avvarrà di una struttura di supporto da costituire, composta da un massimo di 15 unità di personale già in servizio presso il Viminale. Il suo compito sarà quello di coordinare le attività volte all'ampliamento della capacità del sistema di accoglienza, con particolare riferimento agli hotspot e ai centri previsti dal Sistema di accoglienza e integrazione.

Valenti verrà anche chiamato ad individuare le migliori soluzioni per assicurare un servizio continuativo di trasporto marittimo e aereo, da parte di vettori appositamente individuati, dagli hotspot ai territori dove saranno individuati i centri e strutture. Curcio ha ricordato che l'Italia è stata interessata da un eccezionale "incremento dei flussi di persone migranti in ingresso attraverso le rotte migratorie del Mediterraneo, determinando un eccezionale accrescimento delle esigenze volte ad assicurare il soccorso e l'assistenza alla popolazione interessata". Di conseguenza "l'eccezionale afflusso di persone migranti in ingresso sul territorio nazionale sta determinando una situazione di grande". Parole che però, evidentemente, ai governatori del Pd non hanno fatto né caldo né freddo: tanto da fuggire dal tavolo dell'accordo.

La posizione contraria dei sindaci del Pd

Per non farci mancare nulla, anche i sindaci dei capoluoghi di Regione (anche loro tutti di centrosinistra) hanno voluto esprimere pubblicamente la loro contrarietà all'azione del governo Meloni sul tema immigrazione con un documento congiunto sul decreto Cutro. "Come sindaci, come amministratori, come cittadini che quotidianamente si impegnano nei territori per cercare di garantire le migliori risposte alle criticità che le nostre Comunità esplicitano, siamo molto preoccupati per le proposte in discussione relative alle modifiche all'unico sistema di accoglienza migranti effettivamente pubblico, strutturato, non emergenziale che abbiamo in Italia". Lo affermano Roberto Gualtieri, Giuseppe Sala, Gaetano Manfredi, Stefano Lo Russo, Matteo Lepore e Dario Nardella.

"Non condividiamo la cancellazione della protezione speciale - aggiungono i sindaci rossi -, misura presente in quasi tutti i paesi dell'Europa occidentale, mentre circa il 50% dei migranti presenta vulnerabilità ed è in parte significativa costituito da nuclei familiari. Queste scelte, qualora adottate, non potrebbero che procurare infatti una costante lesione dei diritti individuali e innumerevoli difficoltà che le nostre comunità hanno già dovuto affrontare negli anni scorsi, a fronte di un importante aumento di cittadini stranieri condannati appunto all'invisibilità".

La replica del centrodestra

Non si è fatta attendere la risposta del centrodestra all'assurdo ostruzionismo delle Regioni rosse. "Dopo i no all'autonomia e allo sviluppo, ora le quattro regioni rosse dicono no perfino al controllo dell'immigrazione. Gravissimo che i governatori di Toscana, Campania, Emilia Romagna e Puglia si siano rifiutati di siglare l'intesa per migliorare la gestione dei flussi migratori. Fanno ideologia sulla pelle degli immigrati e dei loro stessi cittadini", è il commento dei capigruppo di Camera e Senato della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo. A rispondere all'accaduto anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. "Appare davvero singolare che quattro Regioni, tutte governate dalla sinistra, non stiano definendo le intese con il governo nazionale per l'applicazione dello stato di emergenza per l'immigrazione", ha dichiarato, menttendo in evidenza l'incoerenza della sinistra: "Da un lato ci si lamenta di un mancato aiuto, della carenza dei mezzi, poi per ragioni di pregiudiziale politica le regioni Emilia-Romagna, Puglia, Campania e Toscana non vogliono dar seguito a una procedura che, lo ribadisco, serve proprio a soccorrere in maniera più adeguata gli stranieri che arrivano in Italia e le amministrazioni comunali che giustamente chiedono un sostegno dello Stato, non potendo disporre autonomamente di risorse economiche e di mezzi tecnici adeguati".

Il senatore di Forza Italia conclude: "Sinceramente sorprende che il pregiudizio politico prevalga sull'interesse dei territori e sul ricorso a procedure migliori con l'intervento della Protezione Civile e di istituzioni nazionali".

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