Le squadracce grilline colpiscono con la tastiera dei loro computer. La vittima è Pierluigi Battista, editorialista del Corriere della Sera, attaccato per aver osato criticare i parlamentari del 5 Stelle. Sul blog di Grillo, Battista è stato oggetto della ormai nota violenza verbale del popolo del comico. Gli hanno scritto «venduto», «maggiordomo», «servo». Lavorando al Giornale sappiamo che cosa vuol dire. Sappiamo che cosa significa l'insulto perenne, l'impossibilità di avere un'opinione senza che qualcuno te la rinfacci come se fosse eterodiretta. Battista ha la nostra solidarietà totale. Di più: ha il nostro sostegno.
I grillini se ne facciano una ragione: quelli col padrone (e con il guinzaglio) sono loro. I maggiordomi sono loro. I fascisti sono loro. La loro caccia al giornalista è patetica. Se rispondessero alle domande dovrebbero dirci come si immaginano loro i cronisti e gli opinionisti. La storia di Battista è il sintomo dell'intolleranza che i Cinque Stelle estremizzano più di ogni altro. E però quell'intolleranza verso le opinioni altrui, diverse da quelle della massa o di una massa, c'è dappertutto. Pure al Corriere.
Ecco il paradosso: nel giorno del caso Battista, sul quotidiano di via Solferino si legge che l'ex direttore Piero Ostellino è stato censurato. Aveva un'idea diversa. Non è stata pubblicata. Perché anche i giornali «liberi e indipendenti» hanno le loro squadracce.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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