«Sarà come Covent Garden a Londra», disse raggiante il sindaco Michele Emiliano mentre officiava l'ennesima autocelebrazione. Ora, che a Bari pensino in grande è risaputo (basti pensare che da queste parti, sia pure scherzandoci su, dicono che «se Parigi avesse il mare sarebbe una piccola Bari») ma il punto è che il primo cittadino, attuale segretario regionale del Partito democratico, ci credeva davvero; del resto il suo predecessore, Simeone Di Cagno Abbrescia (Forza Italia), non si era forse ispirato a Barcellona per la nuova spiaggia poi effettivamente realizzata - laddove c'era un cimitero di rottami? E così circa sette anni fa prese consistenza l'ipotesi che la ex caserma Rossani dell'Esercito ottantamila metri quadrati nel cuore di Bari, passata nel patrimonio della città in cambio di una storica chiesa russa ceduta allo Stato e poi restituita a Mosca - potesse trasformarsi in qualcosa di grandioso. Il sogno, però, si è scontrato con la realtà di un enorme quartiere divenuto una specie di grande centro sociale dopo l'occupazione di un folto drappello di ragazzi che non vogliono sentir parlare di sgombero grazie anche alla benedizione di componenti importanti della giunta barese di centrosinistra. E così, dopo tanto tempo, il massimo risultato portato a casa dal Comune - e in particolare dal consigliere alla Mobilità e attuale candidato sindaco del Pd Antonio Decaro - è stato sfruttare una piccola fetta dell'area come parcheggio. In poche parole: una chiesa progettata all'epoca degli zar ceduta in cambio di una manciata di posti auto.
Eppure quello fu un vero e proprio affare internazionale. In cui Bari finì al centro di una trattativa tra Italia e Russia con somma soddisfazione degli amministratori cittadini, assurti improvvisamente al rango di consumati diplomatici. Nel 2007, infatti, l'allora presidente del Consiglio, Romano Prodi, cedette la ex caserma Rossani al Comune (lo Stato promise anche 13 milioni di euro per la riqualificazione) pur di avere in cambio una straordinaria testimonianza artistica e religiosa come la chiesa ortodossa di San Nicola in corso Benedetto Croce, al quartiere Carrassi, (la prima pietra fu posta nel 1913 su iniziativa dello zar Nicola II), nota in città come la «chiesa russa», splendido edificio che spunta in un rione popolare con le sue caratteristiche cupole a cono. Uno scambio ad alto livello. Tanto più che Prodi regalò la chiesa russa a Vladimir Putin, come molti ritenevano giusto che fosse. Tutti felici e contenti? Mica tanto. Perché a distanza di sette anni nulla è cambiato e la ex caserma è rimasta quello che era da un bel po' di tempo a questa parte: un enorme spazio caratterizzato da colate di cemento alternate a erbacce, travi in ferro, ringhiere arrugginite, qualche materasso e un po' di macerie qua e là. Insomma, un'area più o meno abbandonata salvo qualche angolo strappato al degrado: non proprio Convent Garden, decisamente qualcosa di lontano da una cartolina di Londra.
In compenso sul destino della Rossani si è abbattuta una valanga di idee, su cui di volta in volta la maggioranza si è arrovellata in modo piuttosto vivace impegnandosi in illuminanti e logoranti dibattiti: grande contenitore culturale, sede dell'Accademia delle Belle Arti, biblioteca, auditorium, casa per gli artisti. Come dire: la creatività non è mancata. Per il momento, però, l'unica novità significativa resta quella del febbraio scorso, quando gruppi di centri sociali e altre associazioni hanno occupato la struttura. A quel punto Emiliano non per nulla da tempo autoproclamatosi sindaco sceriffo ha inviato sul posto la polizia municipale. Ma i ragazzi, che avevano ripulito alcune zone dell'area, si sono barricati all'interno.
di Bepi Castellaneta
Bari
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.