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Quelli che giustificano l'odio e le pallottole

Grillo prende subito le distanze dalla sparatoria. Ma nel M5S sono troppi quelli che trovano una giustificazione

Quelli che giustificano l'odio e le pallottole

C'è sempre qualcuno che alza i toni. C'è sempre qualcuno che giustifica. C'è sempre qualcuno pronto a puntare il dito contro l'odiatissima Casta. Poi arrivano le pallottole. Quelle esplose ieri mattina davanti a Palazzo Chigi hanno gettato un'ombra sul governo Letta e sono il tragico risultato di un'interminabile capagna d'odio che da mesi viene portata avanti dall'estrema sinistra e dal Movimento 5 Stelle. Gli insulti diventano pallottole e l'odio si bagna di sangue. E, nonostante i terribili fatti di cronaca, c'è ancora qualcuno disposto a concedere le attenuanti.

Beppe Grillo ha subito preso le distanze. Una presa di posizione non richiesta. Eppure netta, come a segnare un confine con i toni aspri, gli insulti violenti e le minacce aspre pronunciati fino a qualche ora prima. Per un attimo il comico ha smesso di scrivere contro il governo per esprimere la propria solidarietà ai due carabinieri feriti da Luigi Preiti. Eppure c'è ancora qualche pentastellato che va in giro a giustificare, incapace di condannare senza se e senza ma l'estremo gesto. "L’attentato avviene di fronte alla sede del governo, un governo che ha già giurato nelle mani del Presidente della Repubblica, ma che ora dovrà superare la prova della necessaria fiducia nel Parlamento. E come si potrà negarla ora quella fiducia che continua a provocare non pochi mal di pancia in casa Pd?". Paolo Becchi, ideologo del M5S, va dritto alla sostanza. Pur girando intorno al tema del cui prodest offre una chiave di lettura se non altro della conseguenze di quello che chiama Mezzogiorno di fuoco a Palazzo Chigi (leggi il post). "Il Paese dev’essere pacificato e attentati come quello di oggi - scrive dal blog di Grillo - spingono a dare tutto il sostegno possibile a un governo che è privo di un programma politico adeguato ai bisogni del Paese, un inconcepibile governo Pd che persegue l’unico scopo di salvaguardare gli interessi del Pdl dopo aver sbandierato la necessità di un cambiamento". D'altra parte anche lo spin doctor Claudio Messora non vuole credere al clima d'odio ("Chi ci crede più..."), ma preferisce accusare la politica di ordire vecchie trame per "pacificare il Paese" e permettere al neo presidente del Consiglio Enrico Letta di governare indisturbato.

Che dietro alla sparatoria di ieri ci sia un grande disegno per sbarrare la strada ai Cinque Stelle è opinione piuttosto diffusa tra i grillini. Per la deputata Laura Castelli, intervistata dalla Stampa, certe cose non succedono a caso: "Stiamo vivendo un momento storico in cui la politica ha delegittimato la piazza". L'esponente del M5S non manca di criticare il capo dello Stato: "La sintesi di quello che sostengo la possiamo trovare nel discorso di insediamento di Napolitano. Dopo parole di quel genere è ovvio che il cittadino si senta sempre più estraneo alla scelte fatte dal Palazzo. Discorsi come quelli del presidente rendono incolmabile la distanza tra i problemi reali delle persone e i comportamenti del Palazzo. Preiti spara ai carabinieri perchè vuole sparare a dei politici. So che è un discorso duro. Ma è un discorso reale". Pur auspicando che non ci siano altri atti violenti, la Castelli se la prende ancora una volta con la politica: "Quelli che ora ci attaccano sono gli stessi che in gioventù scendevano per le strade contro le forze dell’ordine armati di mazze e di manganelli". Sulla stessa line anche Gianluca Vacca: "Quando qualche folle compie un gesto deplorevole, gli stolti osservano il dito guardandosi bene dall’osservare la luna". Secondo il parlamentare pentastellato, la sparatoria di ieri mattina è "una ghiotta occasione per lavarsi la coscienza" e "fare una grande operazione catartica e purificatrice della politica gettando la responsabilità di quanto accaduto a chi cerca di dare voce alla disperazione, anche in maniera forte ma adeguata alla tragicità del quotidiano che ci circonda". Anche per Vacca, infatti, i veri colpevoli sono sempre e soltanto "i padri dell’inciucio e del disastro economico-sociale". Non ci va per il sottile nemmeno Vittorio Bertola, consigliere comunale di Torino che su Facebook coglie l'occasione per sparare ad alzo zero contro la Casta: "Il vero problema non è che qualcuno vada davanti a Palazzo Chigi e spari durante il giuramento del governo. Il vero problema è che in questo momento, ne sono assolutamente certo, ci sono alcuni milioni di italiani che pensano ’peccato che non abbia fatto secco almeno un ministro".

Quello che gli esponenti del Movimento 5 Stelle non capiscono è che, mai come in questi tempi le parole sono pietre. È facile comportarsi come ha fatto ieri il comico genovese: invocare l’assedio del parlamento e la caccia al politico e, poi, prendere le distanze dal gravissimo attentato. "Tutto ciò puzza pericolosamente di excusatio non petita", ha commentato il deputato Pdl Luca D’Alessandro.

A parole, Grillo sostiene la democrazia e la protesta civile, ma nei fatti sembra aver assunto il ruolo dei famigerati "cattivi maestri" che tanti danni hanno fatto alla storia della Repubblica italiana.

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