Roma - Eccola qui la classifica dei cento matusalemme della politica. Sono tutti parlamentari che hanno fatto la muffa nel Palazzo e che non hanno alcuna intenzione di togliere il disturbo. Non solo: spesso si presentano come il nuovo che avanza. Un loro collega ora li ha messi sotto i riflettori con tanto di avvertimento all'elettore: «Attenzione a non votarli più, cosa hanno fatto per il Paese?». A lavorare di calcolatrice, con la navicella (almanacco dei parlamentari ndr) in mano è stato il senatore dell'Italia dei valori Stefano Pedica, eletto a Montecitorio nel 2006 e a palazzo Madama nel 2008. La graduatoria delle anticaglie di Palazzo è visibile on line, su facebook, accompagnata da una petizione con cui si chiede di chiudere le porte del Parlamento a chi, lì dentro, c'è stato fin troppo.
Ma vediamo chi sono gli habitué di Camera e Senato. Medaglia d'oro al senatore sardo Beppe Pisanu, che da qualche tempo sta lavorando dietro le quinte per «rinnovare» il Pdl e costruire una «nuova» grande coalizione che sostenga Monti dopo il 2013. Pisanu, classe 1937, staziona nel palazzo da ben 38 anni e 88 giorni. Pupillo di Zaccagnini, è stato più volte sottosegretario nei governi Forlani, Spadolini, Fanfani, Craxi, Goria e De Mita nonché ministro dei governi Berlusconi.
Al secondo posto c'è Giorgio La Malfa, nato nel 1939 e figlio di Ugo. Ha varcato il portone di Montecitorio nel 1972 e da allora è stato riconfermato quasi ininterrottamente fino a oggi. Eletto quando ancora esisteva il Pri, è stato ministro nei governi Cossiga, Forlani, Spadolini e Berlusconi. Tolta la parentesi negli anni in cui s'è fatto un giro all'europarlamento, in totale La Malfa ha passato ben 38 anni e 55 giorni nel Palazzo romano.
La Malfa è tallonato dal meno noto Mario Tassone, calabrese, ex democristiano, ex Ppi, ex Cdu, ex Ccd e ora udiccino. Tassone è in Parlamento da 34 anni e 14 giorni e anche lui ha ricoperto incarichi di governo negli esecutivi Craxi e Fanfani, come sottosegretario ai Lavori pubblici. In tre fanno 110 anni. Superando così di molto i 66 anni di vita del nostro Parlamento, assemblea costituente inclusa.
Fuori dal podio per poco c'è Francesco Colucci, uno che la Camera dei deputati la conosce meglio di quella da letto perché storico - e attuale - questore di Montecitorio. Colucci, classe 1932, ex socialista, è stato sottosegretario dei governi Spadolini e Craxi e siede in Parlamento da 33 anni e 34 giorni.
Attaccato alla poltrona come una cozza agli scogli che solitamente ama sbirciare con le bombole anche il presidente della Camera Gianfranco Fini, nel Palazzo da 29 anni e 32 giorni. Esattamente come i suoi ex colleghi di partito Altero Matteoli e Filippo Berselli e come il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. Ingrossano le fila della specie «dinosauro della politica» anche Livia Turco, deputata per la prima volta nel 1987 col Pci, quando ancora era in piedi il muro di Berlino; e la senatrice Anna Finocchiaro, deputata per cinque legislature e senatrice per due. Le due onorevoli in gonnella sono in Parlamento da più di un quarto di secolo. Altro veterano di Palazzo è Calogero Mannino, che ha varcato Montecitorio per la prima volta nel '76. Con 23 anni e 125 giorni di vita parlamentare un altro big: Massimo D'Alema. Eletto per la prima volta nel 1987, s'è arrampicato nel Palazzo fino a raggiungere la vetta di palazzo Chigi. Alle sue spalle ha ben sette legislature. E che dire di Emma Bonino? Entrata in Parlamento all'età di 28 anni, la radicale di legislature se n'è macinate otto, per un totale di 21 anni e 90 giorni.
Sfiorano i 20 anni di attività parlamentare anche i senatori Sacconi, Mantica, Marini, Giovanardi, Gasparri, Castelli, Calderoli; e i deputati Bossi, Vito, Maroni, La Russa, Cicchitto e Patarino. Totalizzano 18 anni e 120 giorni di presenza i deputati Martino, Menia, Melandri, Berlusconi, Buttiglione e Bindi. Al confronto paiono dei neofiti della politica, con «appena» 16 anni di carriera parlamentare, Dell'Utri, Dini, Follini, Pera, Treu e Schifani.
Il senatore Pedica spiega il senso della sua classifica: «Ci sono 100 persone che vantano un minimo di 16 anni fino a un massimo di 38 anni di presenze tra Camera e Senato, politici che hanno vissuto prima e seconda Repubblica con tutti i privilegi e che in tutto questo tempo hanno fatto crescere il debito pubblico fino a 2mila miliardi di euro».
Quindi: «La politica e le istituzioni hanno bisogno di rinnovarsi, per questo oltre a lanciare una campagna su Facebook darò il via a una raccolta di firme per mettere fine a un sistema che in questi anni ha creato tanti stipendiati d'oro che hanno pensato ai loro affari e solo a tassare i cittadini».