La Rai sfiora il crac ma Gubitosi assume altri due direttori

Crolla la pubblicità, il bilancio 2012 ha un deficit di 200 milioni. Manager in arrivo da Fiat e Alitalia

Il dg Rai Luigi Gubitosi
Il dg Rai Luigi Gubitosi

Molto peggio di ogni previsione. A fine anno la Rai chiuderà il bilancio con una perdita di 200 milioni di euro. Una cifra astronomica, che mette la televisione di Stato in una situazione critica. A mettere nero su bianco i numeri, senza nascondersi dietro artifici contabili, è stato il neo direttore generale Luigi Gubitosi. Ieri ha presentato al Consiglio di amministrazione (che ha votato all'unanimità la relazione semestrale) i numeri, comunicandoli poi alle agenzie di stampa, con un metodo che perlomeno denota volontà di trasparenza. Però, in contraddizione con la difficile situazione dei conti, ha annunciato allo stesso cda che farà due nuovi assunzioni esterne all'azienda, tra l'altro di peso economico (probabilmente i 294mila euro annuali stabiliti dalla legge come tetto per i manager pubblici): Camillo Rossotto, come nuovo direttore finanziario, in arrivo da Fiat e Costanza Esclapon, in arrivo da Alitalia, come direttore delle relazioni esterne al posto di Guido Paglia che va in pensione. Francamente, pensare che in un'azienda culturale con 11mila dipendenti non ci sia una persona capace di fare comunicazione, pare un po' troppo. Lo sottolinea anche il consigliere Antonio Verro in una nota: «Mi duole constatare che se da una parte il dg affermi che ci sono in Rai le professionalità che ci occorrono per ribaltare il trend negativo, all'atto pratico, preferisca comunque ancora fare ricorso direttamente a professionisti esterni».

Torniamo ai numeri: la perdita che si attende per fine 2012 è dovuta al forte calo degli introiti pubblicitari (nei primi sei mesi di quest'anno sono stati raccolti solo 435 milioni di euro, 72 in meno rispetto allo stesso semestre del 2011) e al costo per i Campionati europei di calcio e le Olimpiadi (pari a 105 milioni di euro). La concomitanza della crisi pubblicitaria e delle maggiori spese ha portato la Rai a chiudere il primo semestre con una perdita di 129 milioni, in peggioramento di circa 178 milioni rispetto al risultato consuntivo dello stesso periodo del 2011. Il totale dei ricavi si è attestato sui 1.433 milioni. Insomma, numeri molto diversi da quelli che aveva prospettato il precedente dg Lorenza Lei che aveva azzardato una previsione di pareggio.

A fronte di queste cifre, dove si pescheranno i soldi visto che sono già stati fatti forti tagli? Due sono le linee strategiche che Gubitosi cercherà di percorrere. La prima: l'aumento degli introiti pubblicitari attraverso una politica più aggressiva («Quando ero amministratore di Wind - racconta il dg - nessun dirigente di Sipra mi è mai venuto a trovare»). La seconda: una più veloce innovazione tecnologica che porti a una diminuzione dei costi: («Una piccola telecamera digitale può sostituire un'intera troupe»). Operazioni già attuate in tutte le altre aziende televisive ma che in Rai sono ferme al palo. In questa strategia, rientrano scelte come mandare una sola telecamera sullo stesso evento per riprendere le immagini per tutti i Tg.

Nella relazione al cda, oltre a ribadire che la Rai mantiene la leadership nell'audience, Gubitosi sottolinea anche il costo del lavoro: un aumento di 2,5 milioni nonostante le politiche di incentivazione agli esodi e il blocco delle retribuzioni. Con un numero di dipendenti pari a 11.569 a cui si aggiungono ben 1.660 contratti a tempo determinato.

Il dg sembra dire: presto ci metteremo mano, eliminando le consulenze inutili e le figure professionali che non esistono più. Questo non gli impedisce però di assumere nuovi dirigenti: saranno di sua fiducia, ma pesano ancor di più sui conti.

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