
Troppo spesso negli ultimi anni la scuola italiana si è trasformata da luogo di insegnamento a spazio di odio da parte di professori rossi politicizzati. Il post shock scritto da Stefano Addeo, docente di tedesco in un istituto superiore della provincia di Napoli con cui ha augurato alla figlia della premier Giorgia Meloni «la sorte della ragazza di Afragola», la quattordicenne Martina Carbonaro uccisa dall'ex fidanzato, è purtroppo solo l'ultimo di una lunga serie di insulti e offese da parte di professori ai membri delle istituzioni e ai loro cari. Le sue parole non sono infatti un lecito dissenso politico ma offese e insulti inaccettabili in generale e a maggior ragione se pronunciate da un professore.
La differenza tra la critica politica e l'insulto non è evidentemente ben chiara a sinistra (sempre pronta a prendersela con la «repressione del dissenso») come dimostra il caso di Christian Raimo. Pur essendo le sue parole pronunciate nei confronti del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara meno violente di quelle rivolte alla figlia della Meloni, restano comunque gravi. Intervenendo alla festa nazionale di Avs Raimo aveva paragonato Valditara alla «morte nera» affermando: «Io penso che non è difficile colpirlo, perché tutto ciò che dice è talmente palese, evidente, arrogante, cialtrone, lurido, ecco lurido è una parola che si attaglia a quello che dice Valditara, che è facile vederlo». Dichiarazioni per cui è stato sospeso tre mesi dall'insegnamento.
Stessa sorte è toccata al professore dell'Università di Siena Giovanni Gozzini che nel 2021 definì Giorgia Meloni pesciaiola, vacca, scrofa suscitando la solidarietà bipartisan.
Nel 2019 era stata sospesa per quindici giorni Rosa Maria Dell'Aria, professoressa di Italiano all'istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo, per aver fatto vedere agli studenti un video in cui si accostava Matteo Salvini a Benito Mussolini a causa dei decreti sicurezza.
Sempre Salvini era finito nel mirino del professor Antonio Villanacci dell'Università di Firenze che nel 2020 aveva appeso un manifesto dentro l'università con scritto «Basta a Salvini e a questa destra orribile».
Come dimenticare poi il caso di Lavinia Flavia Cassaro, la maestra che nel 2018 partecipò a Torino agli scontri di piazza contro la polizia affermando «poliziotti dovete morire». No Tav, No Muos, antagonista e fiera antifascista, rivendicò le sue frasi nei confronti dei poliziotti che permettevano lo svolgimento di un corteo di Casapound affermando: «Certo, ho detto quelle parole perché loro stanno proteggendo i fascisti, è perché un giorno potrei trovarmi col fucile in mano a lottare contro questi individui». Dopo questo episodio la maestra fu indagata, sospesa e licenziata.
Ci sono poi episodi meno noti ma altrettanto significativi; dall'insegnante in Veneto che insulta le Frecce Tricolore, all'insegnante denunciato dai Carabinieri di Bolzano per alcune scritte su un quadro elettrico dell'illuminazione pubblica offensive nei confronti di Giorgia Meloni. Tutti casi che testimoniano come, con il passare degli anni, i «cattivi maestri» non solo continuano a esistere ma sono più agguerriti che mai in particolare ora che il centrodestra è al governo.
Per porre argine a questa tendenza il deputato della Lega e capogruppo in commissione Cultura e Istruzione Rossano Sasso ha proposto
«test psicoattitudinali per chi vuole insegnare»: «Da anni denuncio la presenza all'interno del nostro corpo insegnante di persone inadatte a ricoprire il ruolo. Una minoranza che non deve infangare un'intera categoria».