Sigfrido Ranucci tira dritto sull’audio di Gennaro Sangiuliano al centro dello scontro frontale con il Garante della Privacy. Durante l’audizione in Commissione di Vigilanza Rai, il conduttore di "Report" ha spiegato le motivazioni che hanno portato alla diffusione dell’audio al centro della vicenda: "Noi garantiamo la privacy. Nel caso Sangiuliano abbiamo considerato quell'audio di interesse pubblico. Mi chiedo come si faccia a pensare che non sia di interesse pubblico un audio dove c'è la moglie di un ministro, una collega giornalista e quindi un personaggio pubblico, che chiede al marito di bloccare un contratto altrimenti si sarebbe sostituita a lui nell'atto di bloccare la consulenza telefonando al suo capo di gabinetto", ha dichiarato. Il giornalista ha aggiunto che "quella parte dell'audio era significativa perché dava una notizia che mancava al mosaico della vicenda". E ha precisato: "Siccome è un fatto che ha provocato le dimissioni di un ministro credo avesse tutti gli i requisiti dell’interesse pubblico".
Nel suo intervento, Ranucci ha poi affrontato il tema del funzionamento della stessa Commissione di Vigilanza, esortando a superare la situazione di stallo. "Non si può dire che c’è democrazia se poi gli strumenti per farla funzionare non funzionano, a volte piuttosto che vestirsi di false trasparenze è meglio restare nudi", ha detto: "Il mio è un invito a farla tornare a funzionare e lo dico contro il mio interesse - ha proseguito - perché se c'è uno pluri-inquisito dalla commissione sono io. Invece penso sia un momento importante di confronto democratico e per il funzionamento dell'informazione".
Ranucci ha difeso anche il lavoro della redazione di "Report", rivendicandone l’efficienza e i risultati. "Report è la trasmissione più virtuosa in termini di costi tra quelle di prima serata. Lamentarsi di Report da parte della Rai è come lamentarsi del Giubileo da parte del Papa", ha sottolineato durante l’audizione. Ha poi riconosciuto che i tagli alle puntate hanno coinvolto diverse trasmissioni, ma ha invitato l’azienda a definire una strategia editoriale più chiara. "E' vero che i tagli delle puntate hanno riguardato tutti i programmi, ma non siamo dal pizzicarolo", ha proseguito, "la Rai dovrebbe avere una linea editoriale e valorizzare i programmi che costano meno e funzionano meglio". Il conduttore ha infine segnalato alcune difficoltà operative incontrate dalla trasmissione. "La lentezza della Rai nel fornire la cosiddetta matricola a Report non consente di svolgere il lavoro d'inchiesta che dobbiamo fare", ha detto, aggiungendo che "tutto questo penso sia dovuto alla trasformazione dell'organizzazione per generi".
"Essendo spesso stato divisivo, sono contento questa volta di essere inclusivo", aveva esordito in precedenza, ringraziando la sua squadra di lavoro soprattutto per quanto accaduto dopo l’attentato: “Quella bomba è stata messa davanti a casa mia ma era anche rivolta al tipo di lavoro che la squadra ha fatto in questi anni. Ho la fortuna di avere la scorta, loro non ce l’hanno ma hanno continuato a lavorare con coraggio come se nulla fosse”. Non è mancato un riferimento al presunto pedinamento di agenti dei servizi segreti che sarebbe avvenuto su richiesta del sottosegretario Fazzolari. Come accaduto ieri in Commissione Antimafia, Ranucci ha chiesto di secretare la risposta.
Solidarietà da parte di tutti i componenti della Commissione, ma non sono mancati gli spunti. "Esprimo la mia solidarietà a Ranucci e mi accodo alla richiesta che si facciano inchieste anche scomode" ha esordito Raffaele Speranzon, senatore di Fratelli d'Italia, rimarcando poco dopo che "nell'ultimo biennio l'interesse di Report si è concentrato sull'attività politica e meno sulle questioni internazionali con una attenzione sul centrodestra". Il parlamentare ha citato alcuni dati ed esposto grafici, uno in particolare secondo il quale il 94% dei servizi della trasmissione di Rai 3, durante il governo Meloni, si sono contrati sul centrodestra e solo il 6% sul centrosinistra: "L'ultimo servizio di Report che latamente si può iscrivere al centrosinistra è il servizio 'Il partigiano Oscar' riferito a Farinetti. Poi ho contato 45 servizi che, a parte un paio di servizi più neutrali, denotano una concentrazione monodirezionale tutta nei confronti del centrodestra.
Chi governa è giusto che abbia più attenzioni, e Report lo ha fatto anche quando governava il centrosinistra, ma questo squilibrio marcato lo riteniamo essere ingiustificato per una trasmissione che deve rappresentare la punta di diamante del servizio pubblico". Speranzon è inoltre tornato sul già citato audio di Sangiuliano, citando articoli di stampa secondo cui la pubblicazione "è difficile da definire come scoop, più facile da definire come una mascalzonata".