
Il sogno di Napolitano prima di andare in pensione è mettere a segno due colpi: un uomo e una donna al Quirinale e a Palazzo Chigi. Un uomo e una donna fidati, che appartengano alla sua schiatta, non politica, ma di sensibilità. Non barbari e neppure cittadini, ma neppure vecchie volpi della politica. Immaginateli piuttosto come probiviri che hanno fatto tutto il corso d'onore nella res publica. Monti si è bruciato nella sua disavventura elettorale e il presidente vorrebbe questa volta pescare in Banca d'Italia. Profilo alto e nobile, buono per rassicurare l'Europa. Il governatore Visco ha già fatto sapere che a fare il precario a Palazzo Chigi non ci va. Quindi il suo posto sarebbe il Quirinale. A questo punto al governo andrebbe un ministro montiano, donna. Se accetta è la Cancellieri. Questo scenario funziona solo se si trova uno straccio d'accordo politico tra Pd e Pdl. Intesa possibile solo con Bersani fuori gioco. Ergo: lo scontro fondamentale è al momento proprio quello tra i due ex Pci. Detto questo, la defenestrazione di Bersani è una condizione necessaria ma non sufficiente per arrivare alle larghe intese. E quindi si passerebbe al piano B. Lo scioglimento delle Camere appena elette e il ritorno al voto.
Arrivano sussurri dal Pd e dai residui casiniani del centro, con qualche conferma anche dal Pdl. Cosa dicono? Dicono che Napolitano con i poteri in bianco e incapace di trovare una soluzione politica al post elezioni acceleri i tempi dell'addio. La sua scadenza naturale è il 15 maggio, le votazioni per il nuovo presidente cominceranno un mese prima, a metà aprile. Perché tanta fretta? Non vorrebbe e non potrebbe, visto che è in semestre bianco, sciogliere le Camere. Accelerare, quindi. Ma anche questo non è scontato. Resta il problema che per eleggere il nuovo inquilino del Quirinale bisogna trovare un'intesa minima per i presidenti di Camera e Senato. Come si fa a eleggere un presidente senza un Parlamento in carica?
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