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Regione Siciliana, deficit di bilancio di 6 miliardi di euro

A fine anno, secondo la Corte dei Conti, l'ammontare del deficit di bilancio sarà di 6 miliardi. Cause? Spese per personale, sanità e rifiuti

Regione Siciliana, deficit di bilancio di 6 miliardi di euro

Un'eredità di 6 miliardi di euro. Lo "sfortunato" beneficiario sarà il prossimo governo regionale siciliano, che dovrà fare i conti con una vera e propria voragine nei conti pubblici. Una cifra enorme, calcolata dalla Corte dei Conti, che rappresenta l'ammontare che il deficit del bilancio regionale raggiungerà a fine anno.

Tappare la falla sarà alquanto difficile, dal momento che è destinata ad allargarsi (la crepa risale al periodo intercorso dal 2007 al 2011 e non contiene le spese dell'ultimo anno). In quel periodo, il debito della Regione Siciliana è più che raddoppiato.

Le cause? L'aumento della spesa per il personale e per la sanità (che insieme hanno un'incidenza del 50% sull'intero bilancio regionale) e le società partecipate (sono più di 7mila i dipendenti per una spesa di oltre 220milioni di euro all'anno).

A gravare sulle casse della Regione (e sui portafogli e sulla salute dei contribuenti) si aggiunge anche la disatrosa e disastrata gestione dei rifiuti. Secondo un'analisi del nuovo numero di ASud’Europa, settimanale del Centro Pio La Torre, il settore della raccolta della spazzatura presenta un passivo per oltre 500 milioni di euro. Di questi debiti, il principale creditore è lo Stato, con il ministero delle Finanze seguito dalla Cassa depositi e prestiti. Il resto del debito è composto da altri mutui contratti con la Banca europea degli investimenti e da obbligazioni. Per cercare di coprire lo scoperto, nel 2011 la Regione ha speso 431 milioni di euro.

A complicare il quadro, pesa una confusionaria redazione della costruzione dei documenti di bilancio 2012-2014 "densa di interrogativi". Basta guardare il numero del personale della Regione Siciliana sono oltre 22mila i dipendenti e 1800 i dirigenti) per accorgersi che prima o poi la bolla sarebbe esplosa.

Se a ciò si aggiunge la non curanza di una amministrazione che ha continuato a infornare consulenti (dal 2008 a oggi sono più di 600 i contratti di consulenza esterna stipulati, per una voce di spesa che ha inciso per otto milioni di euro) e ad assumere personale, ecco che la previsione della Corte dei Conti serve solo a certificare la bulimìa di Palazzo d'Orleans. Chi rompe paga, e i cocci sono a carico del prossimo governo. E dei cittadini.

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