
Le pacche sulle spalle, il fair play e i complimenti reciproci cedono il passo alle armi della politica. All'indomani della vittoria di Pier Luigi Bersani inizia subito il ping pong di dichiarazioni tra il segretario del Pd e il sindaco di Firenze. Bersani tenta una "normalizzazione" del rottamatore, che col suo milione di preferenze è una presenza molto ingombrante per i Democratici, e Renzi lo esorta a rappresentare tutti senza cedere agli inciuci.
"Io spero che Renzi voglia partecipare alla nostra discussione, alla nostra vita politica, più di quanto non sia avvenuto nel passato", Bersani tende la mano e al contempo bacchetta Matteo Renzi. Con quale ruolo? Per Bersani, nonostante la mobilitazione e i voti ottenuti, Renzi resta uno dei tanti:"E' stato protagonista di questa bella avventura, ci ha messo energia, freschezza, è una risorsa come siamo tutti in questo grande squadrone".
Matteo Renzi mette le mani avanti, non ci sta a essere fagocitato all'interno di un sistema politico che ha criticato in tutti questi mesi: "Chi ha vinto ha l’onore e l’onere di rappresentare anche gli altri, senza alcun inciucio e impiccio. Chi ha perso deve dimostrare di saper vivere la dignità e l’onore proprio quando la maggioranza sta da un’altra parte". "Noi volevamo governare l’Italia - aggiunge Renzi - Per cambiarla come abbiamo detto fin dal primo giorno. Non ce l’abbiamo fatta. Allora è giusto riconoscere la sconfitta, senza troppi giri di parole in un Paese in cui tutti vincono e nessuno cambia". E poi una stoccata - l'ennesima - a tutta la dirigenza dei Democratici, a tutti quelli che con ogni bizantinismo hanno cercato di mettergli i bastoni tra le ruote: "Eravamo soli e contro di noi c’era tutto il gruppo dirigente del Pd e del centrosinistra". "Ma - prosegue il sindaco di Firenze - ho più di un milione di motivi per dirvi grazie. Più di un milione come i voti che abbiamo preso al primo turno. Più di un milione come i voti che abbiamo preso al ballottaggio". Un milione di motivi per far sentire la propria voce nel Pd.
Un milione di preferenze che non diventeranno una corrente, ribadisce Renzi: "Non abbiamo fatto questo lungo viaggio per fondare una correntina dentro il Pd. Neanche se questa correntina ha il 40% dei consensi dell’intero centrosinistra". Tra correntine e squadroni continuano le beghe del centrosinistra.