Renzi riunisce la segreteria Pd all'alba. Poi va da Napolitano

Iniziata alle 7.30, la riunione è terminata alle 9. Il nodo della presidenza del partito: Cuperlo non ci sta

Renzi riunisce la segreteria Pd all'alba. Poi va da Napolitano

Come aveva annunciato Matteo Renzi ha riunito la nuova segreteria del Pd di buon'ora. I lavori sono cominciati puntualmente alle 7.30. Il primo ad arrivare alla sede del Pd non è stato il segretario ma Davide Faraone che si occupa di welfare e scuola: si è presentato all'ingresso di via del Nazareno alle 7.05. Poi è stata la volta di Marianna Madia, competente per le Politiche del lavoro. Pochi minuti dopo è comparso anche Francesco Nicodemo (Comunicazione). Quindi Chiara Braga (Ambiente) Federica Mogherini (Europa), Alessia Morani (Giustizia) e Debora Serracchiani (Infrastrutture). Renzi è arrivato alle 7.18. Diversi membri della segreteria hanno scherzato sul fatto che la riunione è stata convocata quando era ancora buio. Tutti però, levataccia a parte, hanno detto di essere d’accordo con il segretario anche perché quella odierna, con la fiducia in Parlamento, è una giornata fitta di impegni. Il portone principale della sede nazionale del Pd apre normalmente alle 7 e quindi non c’è stato alcun bisogno di anticipare. La riunione si è conclusa dopo un’ora e mezza dall’inizio, come era stato preannunciato. I parlamentari si sono recati alla Camera per ascoltare il discorso di Letta. Renzi, invece, haraggiunto il Quirinale per un incontro con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A quanto si è appreso l’appuntamento era in agenda subito dopo la fine della segreteria.

Intanto proseguono le pressioni su Gianni Cuperlo affinché accetti un ruolo di dirigente-garante nel partito, per rinforzarne l'unità dopo le inevitabili divisioni createsi con le primarie. "Chi vince con un risultato così netto - sottolinea Stefano Fassina in un'intervista alla Stampa - ha il diritto-dovere di governare il partito", ma il ruolo di presidente dell’Assemblea nazionale "è importante che venga assegnato alla minoranza. Posso capire le motivazioni personali, ma penso ancora che Cuperlo possa essere la persona giusta. Ci ripensi". Lo farà? Pare proprio di no. Sulla presidenza del Pd "è stata fatta una proposta di allargamento, che al momento non è stata accolta. Credo che il segretario abbia anche altre idee", fa sapere Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia e neo componente della segreteria Pd.

Occhetto: Renzi può completare la mia svolta

In un'intervista al Mattino l'ultimo segretario del Pci, nonché fondatore del Pds, Achille Occhetto, analizza il successo del sindaco di Firenze: "Renzi è piaciuto perché ha messo in movimento il partito, ma bisognerà vedere in direzione. Rimane
ancora un mistero cosa vorrà fare sulle questioni economiche e sociali. E ancora se ripiegherà rispetto alle cose che ha detto: se attuerà solo un ricambio di dirigenti, rifarà la Democrazia cristiana. Se invece distruggerà il peggio del Pci e della Dc, porterà a compimento il processo da me cominciato alla Bolognina"
. E aggiunge: alle primarie "c’erano due candidati, Renzi e Civati, che hanno attaccato le larghe intese. La gente che ha votato per loro l’ha fatto soprattutto per questo". La vittoria di Renzi "era scontata, e diventa di dimensioni maggiori se ai suoi voti sommiamo quelli di Civati. Entrambi hanno posto il problema di scardinare un sistema di potere all’interno del partito per fare in modo che una classe dirigente possa aprirsi a esperienze nuove". Poi osserva: "Quelli che vengono dal ceppo del Pci hanno votato in massa per Renzi, lo dimostra il successo che ha ottenuto in Emilia Romagna, Toscana, Umbria, quelle che un tempo venivano definite le regioni rosse".

Sposetti: noi condannati a perdere

Un altro uomo del passato, Ugo Sposetti (ex tesoriere dei Ds), in un'intervista a Repubblica si lascia andare all'amarezza: "Non poteva che finire così. Un anno fa, dopo le primarie, eravamo i padroni d’Italia, solo che poi abbiamo scoperto che gli
italiani non la pensavano così. Quindi abbiamo gestito in quel modo la partita del Quirinale, costretti ad andare in ginocchio da Napolitano. Infine, le larghe intese". Per Sposetti la sinistra era "condannata a perdere. Io però - dice il senatore del Pd - non me ne vado. A gennaio voglio la tessera nuova, firmata dal segretario".

E di Renzi dice: "Mi fa male quando attacca i sindacati, o quelli che hanno lavorato duramente per 45 anni, ma la sinistra è qualcosa che sta nella testa della gente. Si ricordi: un partito forte ha bisogno della sinistra". E rivolge un consiglio al neosegretario: "Quando bevi l’acqua dal pozzo ricordati sempre di chi l’ha scavato".

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