Politica

Renzi sfotte Bersani: spompo al voto

Alla festa democratica il nuovo padrone del Pd scherza sul vecchio avversario. Poi imbarca anche De Magistris

Il segretario uscente del Pd, Pier Luigi Bersani
Il segretario uscente del Pd, Pier Luigi Bersani

Roma - L'intesa per ora si gioca sul filo di parole gentili e cortesie ricambiate. Un filo che può diventare di ferro in una città dove i partiti sembrano tutti schierati contro il sindaco, Pd in prima fila. Si sussurra a Napoli che Luigi De Magistris si stia avvicinando alla cupola renziana. Sindaci entrambi, il magistrato e Matteo il rottamatore, ma un tempo distanti pur nel rispetto. Ora però è cambiato l'orizzonte politico per il primo cittadino dipietrista. Il partito che lo aveva nominato quasi non esiste più, e questa è cosa nota. Ma da qualche tempo a Napoli si è fatta sempre più pressante la congiura di frammenti dell'Italia dei Valori e del Pd contro il sindaco, accusato di mille promesse e di risultati zero. Si sta pensando addirittura a una raccolta di firme per indire un referendum su di lui: vita o morte, e se i napoletani lo dovessero bocciare, se ne vada a casa. Il promotore è Enzo Maria Ruggiero, sino a 4 mesi fa segretario cittadino dell'Idv, e oggi deluso dal lavoro del sindaco. Sono necessarie 40mila firme, e si pensa già ai tempi del referendum: potrebbe svolgersi con le elezioni europee.
De Magistris è sotto assedio e assegnarsi a Renzi potrebbe essere la soluzione più brillante per liberarsi dai detrattori e rilanciare la propria immagine. Una ciambella di salvataggio d'oro. Ma va detto che anche i renziani potrebbero avere interesse a imbarcare il primo cittadino della più importante città del Sud. L'eventuale scelta di De Magistris sarebbe infatti in linea con l'avvicinamento a Renzi già manifestato da Enzo Bianco, primo cittadino di Catania, e Leoluca Orlando (Palermo). La chiave sarebbe quella del partito dei sindaci affiliati al giovane fiorentino.
Renzi, dal canto suo, continua a dilettare con le sferzate, in onda o fuori onda, contro i vecchi del partito. Ieri è stata diffusa una sua battuta ai volontari della festa democratica di Bologna mentre girava tra gli stand, catturata dal sito locale di Repubblica: «Bersani durante le primarie è stato perfetto, mi ha fatto un c... così, è stato bravissimo, è andato bene, non ha sbagliato una mossa. Poi negli ultimi mesi... o era spompo, che ci sta anche - si è lasciato andare il sindaco - Io l'ho visto a Palermo ed era distrutto. E poi Berlusconi è tornato a fare Berlusconi». Lo «spompo» ieri era atteso a parlare sul palco della festa democratica nazionale di Genova. La risposta è stata evasiva, non nel merito: «L'operazione Franceschini-Renzi non mi convince, non ha contenuti», ha chiarito alla platea.
È indubbio comunque che a Renzi faccia gioco creare uno zoccolo duro di sostegno nel profondo Sud, anche, chissà, in vista delle Europee. Proprio il prossimo appuntamento elettorale potrebbe dare, secondo qualcuno, ai renziani l'occasione per offrire al sindaco di Napoli in disgrazia una poltrona da europarlamentare, liberando così il posto di primo cittadino. L'altra parte del Pd, invece, continua a bersagliare l'ex enfant prodige Idv, e in questo bombardamento è riemerso dalle ceneri addirittura Antonio Bassolino, che dal recente palco della festa democratica di Avellino ha sparato forte: «L'avventura arancione a Napoli è giunta al capolinea». Proprio a Bassolino si starebbe riavvicinando il Pd antirenziano, un clamoroso ritorno al passato come carta per il futuro.
I segnali di intesa tra sindaci arrivano comunque dai renziani più ancora che da De Magistris. Il senatore Enzo Cuomo qualche giorno fa in una lettera inviata al Mattino argomentava: «Non mi iscrivo nel club dei critici a prescindere, riconoscendo il merito a questa giunta di aver tentato immediatamente un rilancio dell'immagine di Napoli organizzando manifestazioni ed eventi di un certo livello». Cuomo è uno dei democratici che più esortano a una collaborazione tra il Pd e il sindaco di Napoli. Un altro anello di congiunzione tra l'ex delfino di Di Pietro e Renzi sarebbe il ministro Andrea Orlando, ormai sempre più vicino al sindaco fiorentino.
L'ex magistrato sceglierebbe quindi Renzi invece di Grillo, a cui si era avvicinato nell'era del dopo di Pietro. Il Fatto Quotidiano, pur continuando a difenderlo, gli rimprovera molte colpe: De Magistris, scriveva tre giorni fa Arnaldo Capezzuto, è «un incrocio tra Masaniello e l'Alberto Sordi-Gastone nel film Il conte Max. Appunto, un sindaco anomalo. Un senza partito, uno scassatore, un anarchico».

Bravo a essersi mantenuto integro contro la corruzione partenopea, ma «il malfidato primo cittadino non si è risparmiato in leggerezze e candide ingenuità».

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