Renzi si gode i festeggiamenti: "Ora dobbiamo fare le riforme"

Il premier rilancia sulle riforme: "Forza Italia pezzo importante del Paese". E ai Cinque Stelle: "Cambiate e collaborate". Sull'Ue: "Quest’Europa non ha convinto"

Renzi si gode i festeggiamenti: "Ora dobbiamo fare le riforme"

"Adesso la rottamazione può iniziare". All'indomani dell'ottimo risultato incassato alle europee Matteo Renzi si gode il 40,8% conquistato dal Partito democratico e rilancia il cammino di riforme: "Non lo considero un voto su di me, è un voto che esprime una speranza straordinaria". La delegazione Pd è la prima, per consistenza numerica, all'interno del gruppo dei socialdemocratici all'europarlamento. La delegazione italiana conterà, infatti, 31 membri contro i 27 dell’Spd. In conferenza stampa a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio legge questi numeri come l'occasione per "incidere di più in Europa". "Da una parte ci sono le forze populiste, dall’altro lato un’idea di Europa che ha fallito, in mezzo un grande spazio per il cambiamento possibile - spiega - da Roma dove i trattati europei sono nati parte un messaggio di grande consapevolezza". Poi a Porta a Porta ammette: "Non mi aspettavo un risultato in queste proporzioni: per alcuni aspetti è quasi commovente perchè hai una forte responsabilità, non devi sbagliare un colpo".

"Il Paese ha tutte le condizioni per poter cambiare e invitare l’Europa Ue a cambiare - spiega - l'Italia c’è ed è determinata e decisa". Pur continuando a guardare l'Unione europea, l'orizzonte di Renzi resta Roma. Sul governo ha puntato e punterà tutto. Così la conferenza stampa per commentare le elezioni diventa la vetrina per rilanciare il patto di maggioranza e, in particolar modo, le riforme che giacciono ancora in seno al Consiglio dei ministri: "Non abbiamo esigenza di far festa ma avvertiamo lo straordinario compito di fare le riforme". Da qui tutta la fretta a ringraziare Ncd che ha ottenuto il 4,38%. Un misero risultato che, però, permette ad Angelino Alfano di non affondare del tutto. "Ringrazio per il risultato importante gli alleati di governo - commenta Renzi - non tanto ai fini dell’azione di governo ma per aver contribuito a dare un messaggio di speranza". Al termine dello spoglio il premier ha sentito sentito il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per far il punto sui prossimi passi dell'esecutivo: "La fase che si apre dà una centralità al Paese che dobbiamo meritare".

In questa fase anche Forza Italia, "un pezzo importante di questo Paese", resta centrale per l'azione di Renzi che vorrebbe aprire al dialogo anche al Movimento 5 Stelle. Dopo novanta giorni di campagna elettorale senza esclusione di colpi, il segretario del Pd vorrebbe riavvicinarsi ai grillini a patto che questi la smettano di "utilizzare il parlamento come luogo di show perderanno i loro elettori". "Se invece cambiano atteggiamento - spiega - troveranno ascolto per fare insieme le riforme". Sul tavolo ci sono la riforma della legge elettorale, che ha bisogno del più ampio coinvolgimento possibile, e la riforma del mercato del lavoro che, dopo il varo del decreto, "va accelerata" con l’approvazione del ddl delega. "Su quest'ultimo punto - avverte Renzi - giochiamo larga parte della nostra credibilità internazionale". Insomma, lo slogan è sin troppo chiaro: "Non molliamo di mezzo centimetro su nessuna riforma". E, a suo dire, è per questo che gli italiani hanno premiato il Pd con oltre il 40% delle preferenze. "Non considero questo risultato la legittimazione personale - conclude Renzi - ieri non ha vinto una persona, c’era una foto di gruppo".

"È chiaro che il derby finale tra Berlusconi e Grillo con toni così alti ha aperto la strada a chi dice stavolta do il voto al Pd, al governo, a una proposta", ha aggiunto in serata il premier nel salotto di Vespa, "Messaggio ricevuto: ora è il momento di accelerare su tutto".

Sull'Europa, Renzi non ha dubbi: "È arrivato forte e chiaro il messaggio che così come stiamo andando non va bene", ha detto, "È sempre più diffusa la convinzione che si sia sbagliato. Quest’Europa non ha convinto". E ha aggiunto: "Se l’Europa cambierà le sue politiche di rigore e si aprirà alla crescita potremo fare un’operazione keynesiana straordinaria in cinque anni: più di 150 miliardi di euro".

Ma avverte: "Se l’Italia sarà capace di fare le riforme del Senato, del Lavoro, della Pubblica amministrazione "allora sarà credibile. La Germania negli anni 2000 ha fatto riforme strutturali e del mercato del lavoro ed oggi è il Paese leader".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica