La resa di Vendola: costretto a prendere l'assessore montiano

Aveva detto: "Mai alleati del premier". Ma dopo il crollo di Sel il governatore ha nominato Di Gioia nella giunta

Il leader di Sel, Nichi Vendola
Il leader di Sel, Nichi Vendola

Più che un rimpasto di giunta, una mano di poker giocata da moroteo. Nichi Vendola nel rifare - tutto da solo - la squadra che governerà la Puglia fino al 2015 spariglia le carte, solleva mugugni tra gli «amici» - che già non avevano gradito la proposta di far confluire Sel nel Pse - e strizza l'occhio a centrodestra e a manca, Monti incluso. Il colpo più vistoso della nuova giunta, varata a sorpresa ieri mattina, è infatti la nomina di Leonardo Di Gioia, montiano, che fino a gennaio era un consigliere regionale del Pdl, e che da oggi è titolare di una poltrona chiave, l'assessorato al Bilancio.
Di Gioia, 42enne avvocato foggiano già in An, aveva mollato il centrodestra per «sposare» Monti, correndo per la lista del premier alla Camera ma senza successo. Trombato alle urne, l'ex consigliere d'opposizione si ritrova nella scuderia di Nichi, che pure contro Monti e montiani aveva tuonato nel corso di tutta la campagna elettorale, arrivando a definire il premier «politico di razza... padrona». Ma le cose cambiano, le giunte anche, ed ecco che Vendola, tornato a fare il governatore dopo la delusione elettorale, lancia messaggi alla politica nazionale mostrando la sua personale via alle alleanze possibili. Persino coi montiani. Gli occhi su Di Gioia, Nichi li aveva puntati da un po'. Quando ancora l'avvocato era all'opposizione, l'ex assessore Fabiano Amati (che Vendola ha fatto fuori ieri) l'aveva cooptato nel progetto di un «intergruppo» consiliare trasversale, poi naufragato. A fine gennaio Di Gioia aveva detto addio al Pdl, senza riuscire a creare un gruppo montiano in regione, visto il no dell'Udc. Ora, tra i complimenti firmati Vendola, la nomina in giunta.
Ma se Di Gioia è la scelta più sorprendente, non è l'unico segnale di realismo politico di Nichi il narratore. Che ha voluto in squadra Antonio De Caro, capogruppo del Pd in Regione e già fedelissimo del sindaco di Bari, Michele Emiliano. Per fare l'assessore ai Lavori pubblici, De Caro rinuncia anche allo scranno appena conquistato in Parlamento, e così facendo spalanca le porte di Montecitorio a un uomo del «cerchio magico» di D'Alema in Salento, l'avvocato Federico «Fritz» Massa, che tra l'altro ha difeso l'ex vice di Vendola Sandro Frisullo dopo il coinvolgimento di quest'ultimo nella sanitopoli pugliese. L'avvocato dalemiano, vicino anche a Roberto De Santis, per il mezzo flop del Pd in Puglia aveva rischiato di restare a terra: ci ha pensato Vendola. Alle aperture a Monti e a «Baffino» si aggiunge la mano tesa ad Antonio Di Pietro. Il leader Idv, uscito malconcio dalle urne, «ripudia» il fallimentare progetto Rivoluzione civile e rilancia il centrosinistra allargato? Vendola conferma all'Ambiente Lorenzo Nicastro, ex pm barese e unico o quasi superstite Idv in Puglia. Qualcuno, però, ha preso male le scelte di Nichi.

I vertici locali del Pd, per esempio, tagliati fuori da ogni scelta, tanto che il segretario pugliese Sergio Blasi ha invitato i «suoi» assessori a «sospendere la loro adesione prima di una discussione collegiale», e molti «ex» amici. Come il segretario Prc Paolo Ferrero, che accusa Nichi per la defenestrazione della «sua» assessora, Maria Campese, e per la svolta «montiana»: «Campione di trasformismo».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica