Il retroscena

Agli innumerevoli ruoli ai quali ci aveva abituato, Silvio Berlusconi ha aggiunto anche quello di Presidente maître. Perché il suo arrivo al matrimonio svoltosi ieri a Villa Rodella, sui Colli Euganei, tra il governatore del Veneto Giancarlo Galan e Sandra Persegato, era stato preceduto da un suo irrinunciabile «suggerimento» da inserire nel menù nunziale firmato da Celeste Tonon, rinomato chef in quel di Venegazzù (Treviso). Ovvero pasta e fagioli, la stessa che Celeste gli aveva fatto assaggiare al banchetto per il cinquantesimo compleanno di Galan.
Così, quella zuppa densa che ha il suo segreto nei sapidi borlotti che crescono unicamente a Lamon, in provincia di Belluno, quasi rubando il gusto alle castagne, ha sancito da un lato le seconde nozze del Serenissimo governatore, e dall’altro il Patto (e la definitiva pax) tra lui e il Cavaliere. Tutto, infatti, è filato via liscio, se si esclude il quarto d’ora di ritardo dovuto al sindaco di Cinto Euganeo (Pd), Lucio Trevisan, che si era dimenticato la fascia tricolore.
«In verità - ha invece detto scherzando Galan per giustificare quei 15 minuti d’attesa - volevo far provare a Berlusconi una cosa nuova: fargli celebrare il matrimonio, ma lui ha detto di no». Un Berlusconi particolarmente disteso si è intrattenuto invece a lungo con gli invitati: dagli esponenti del Pdl come l’onorevole Giustina Destro al vicepresidente della Camera Antonino Leone, dall’avvocato e parlamentare Nicolò Ghedini, ai numerosi rappresentanti del mondo imprenditoriale (Pietro Marzotto, Mario Moretti Polegato, Gianni Zonin per citarne solo alcuni).


Alla sposa, che indossava un abito color panna con un corpetto verde acqua e un’acconciatura di fiori d’arancio, Berlusconi ha donato un braccialetto di brillanti e zaffiri modello anni Cinquanta. Dopo il sì, la neosignora Galan ha lanciato alle sue spalle il bouquet che ha finito per colpire il ministro Renato Brunetta, lasciandolo imbarazzato e commosso. «La prossima volta tocca a lui», ha sentenziato Galan.

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