La ricetta fiscale del Cavaliere: via l'Imu, due sole aliquote Irpef

Il piano prevede azzeramento progressivo dell'Irap e stop all'aumento dell'Iva. "Basta terrorizzare il contribuente, abbasseremo la pressione di un punto l'anno"

Silvio Berlusconi con il presidente di Adnkronos Giuseppe Marra
Silvio Berlusconi con il presidente di Adnkronos Giuseppe Marra

Roma - Tre punti, una firmetta in calce. Ma stavolta niente contratti con gli italiani, quest'anno va di moda l'agenda e pure Silvio Berlusconi ne ha una da presentare al Paese. Cambia anche il salotto tv. Basta Vespa, ora tocca a Telecamere di Anna la Rosa ospitare l'impegno formale del Cavaliere. E dunque: «Primo, abolizione dell'Imu. Secondo punto, ma dovrebbe essere il primo, cambiamento dell'assetto della Costituzione». Terzo, rovesciamento completo della «politica tedesca» adottata dal governo «che ci ha portato alla recessione» e sua sostituzione con sostegni alle imprese per risolvere il problema della disoccupazione. Avvertenza: «Manterrò questi tre punti solo se il Pdl avrà la maggioranza».
Rilanciato in orbita, rivitalizzato dalla performance da Santoro, in salita nei sondaggi. «Eravamo al 14 per cento, adesso la coalizione supera il 24 e arriveremo oltre il 30. E siamo in continua rimonta, il Pd è soltanto sette punti sopra». Ma da qui alla maggioranza il passo è ancora lungo. «Per dire di aver vinto le elezioni bisogna controllare entrambe le Camere». Al contrario, qui tira aria di pareggio. «Se ci sarà uno stallo - insiste - non è detto che chi avrà più voti andrà a Palazzo Chigi. Occorrerà trovare delle soluzioni per una qualche collaborazione tra le forze politiche più importanti». Si va verso una grande coalizione? «Votare Monti è inutile e i piccoli partiti sono una iattura. Io preferisco una soluzione chiara, un Paese governato dalla sinistra, anche se il suo programma mi spaventa perché prevede la patrimoniale e vuole spalancare le frontiere». Però, nel caso, il Cav si dice pronto a stringere un'intesa con il Pd, «se converrà sulla necessità di varare alcune riforme: o si cambia l'architettura istituzionale, o il Paese resterà ingovernabile».
Con il Prof invece nulla. «È irrilevante e mi ha deluso. Si propone come ruota di scorta della sinistra, se Bersani avrà dei problemi con Vendola». Potrebbe allora andare al Quirinale? «Assolutamente no, neanche per sogno. Poi, dopo quattro presidenti di sinistra, l'Italia avrebbe bisogno di alternanza». Intanto continua a soffiare il vento dell'antipolitica: i sondaggi di Berlusconi danno Grillo al 16 per cento e Rivoluzione civile al 4,5. «Ingroia ha stupito tutti, è la vera sorpresa, però mi chiedo se sia giusto che si consenta a un magistrato che si è fatto pubblicità con inchieste importanti di scendere in campo da protagonista». Sulla trattativa Stato-mafia «io non ho nessuna conoscenza». Quanto a Marcello Dell'Utri, «è risibile che lui possa avere avuto un ruolo, il suo coinvolgimento è il risultato di alcune posizioni della sinistra, di certe teste calde della magistratura che usano la giustizia per scopi politici».
Bisogna cambiare certi rapporti, dice il Cavaliere, come pure bisogna capovolgere le scelte economiche dell'ultimo anno, a cominciare ovviamente dall'Imu e proseguendo sulle altre tasse. La ricetta fiscale del Pdl la presenta al suo secondo appuntamento di giornata, Adnkronos-confronti. «No all'aumento dell'Iva e tendenziale azzeramento dell'Irap in cinque anni, con priorità per le piccole imprese e con l'obiettivo generale di puntare a una diminuzione della pressione di un punto l'anno. Stiamo studiando, la dobbiamo approfondire, una proposta di due sole aliquote Irpef». Tutto ciò «mettendo le mani sulla macchina dello Stato, che prevede una spesa di 800 miliardi all'anno».
E basta terrore. Secondo Berlusconi il redditometro ha creato un «clima di ansia, di preoccupazione, di paura». Per non parlare dei blitz delle fiamme gialle nelle località turistiche, che hanno portato «un'atmosfera di violenza nei confronti del contribuente, che deve essere cambiata». Lo scopo ultimo del centrodestra è «un fisco amico e non nemico del contribuente con assistenza preventiva, che porti a consigli». E ancora, banconota libera. «Si deve andare verso un limite europeo di 10-12 mila euro di contante». Infine, urgono la riforma della sanità e delle carceri.


Le liste Pdl sono pronte e Berlusconi ha un solo rammarico. «Mi sarebbe piaciuto avere Valentina Vezzali. Nessuno di noi le ha fatto un'offerta, peccato. Mi sembrava piuttosto interessata ma non le telefonerò. Se ha già dato la parola, manterrà l'impegno».

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