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"Ridacci la Vanoni in cambio della Meloni". Lo sfregio trans contro il premier

A Roma sfila Non una di Meno per col corteo "transfemminista". Numerosi i cartelli e i cori contro Giorgia Meloni

"Ridacci la Vanoni in cambio della Meloni". Lo sfregio trans contro il premier
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Questo pomeriggio a Roma è stato indetto il corteo di Non Una di Meno in vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre. Ma guai a parlare di "donne", perché il collettivo ci tiene a definirsi transfemminista, tanto che il corteo di oggi è stato indetto contro "guerre e patriarcato" in quanto, dicono, "c'è un continuum tra violenza patriarcale e genocidiaria". Insomma, quella che va in scena oggi è solamente l'ennesima manifestazione per la Palestina ma sotto altre spoglie, con qualche sprazzo di femminismo radicale, sempre e comunque antigovernativo.

"I tentati femminicidi sono in aumento, la violenza non è scomparsa ma le donne stanno acquisendo elementi di consapevolezza, riuscendo a scampare ai femminicidi anche di fronte a uno Stato che non le protegge", ha dichiarato un'attivista di Non Una di Meno. Tra i cartelli che sono stati esposti ce ne sono alcuni anche per Ornella Vanoni, scomparsa la sera di ieri, 21 novembre, nella sua casa milanese. "Ridacci la Vanoni in cambio della Meloni", si legge in uno di quelli tenuti dalle attiviste in piazza. Si tratta dell'ennesimo sfregio contro il presidente del Consiglio, l'ennesimo augurio di morte per il premier, che stavolta arriva da un corteo che si professa femminista ma che, ancora una volta, dimostra di esserlo solamente a convenienza. Non è la prima volta che Giorgia Meloni, pur essendo donna, viene presa di mira dalle sedicenti femministe: quando si tratta del premier, o di qualunque altra donna di destra o in generale non allineata all'ideologia radicale, la solidarietà femminile che tanto si invoca, la "sorellanza", può essere accantonata. "- Femminicidi, + Melonicidi", si legge in un altro cartello ricondiviso nelle storie di Non una di meno. "l’invito all’eliminazione fisica di una donna, proprio da parte di chi si prepara a marciare nel nome del rispetto e della tutela femminile. È un paradosso grottesco, quasi una confessione involontaria: la violenza è inaccettabile… tranne quando la vittima non piace politicamente", commenta Fratelli d'Italia.

Fornendo la solita narrazione scollata dal mondo reale ma ancorata a un racconto che deve necessariamente trasformare l'esecutivo in una banda misogina, dal corteo viene denunciata la crescente "normalizzazione" della violenza patriarcale "da parte del governo", anche "tramite leggi misogine e transfobiche". Quali siano queste leggi non viene, ovviamente, detto, visto che non esistono e, anzi, il governo in carica è uno di quelli che più di altri si sta spendendo per le donne, sotto vari punti di vista. "Registriamo una diminuzione dei femminicidi, lesbicidi e transcidi, ma questo dato cambia se lo sommiamo ai tentativi. Contrariamente a quanto affermato dalla ministra Roccella, il lavoro culturale fatto in questi anni funziona: le persone stanno iniziando a cercare tutela l'una nell'altra", ha dichiarato un esponente dell'osservatorio.

Al corteo ha partecipato anche Anna Foglietta, attrice impegnata a sinistra, che ha ribadito l'ovvio: "Credo che il percorso sullo sradicamento della violenza di genere è un percorso che deve essere portato avanti responsabilmente da tutti". Solo pochi giorni fa Schlein e Meloni hanno portato a termine un accordo per un pacchetto di norme che pongono maggiore enfasi sulla necessità del consenso esplicito nei reati di violenza sessuale.

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