Rivoluzione di Berlusconi: ora in tv voglio volti nuovi

Il Cavaliere lancia l'offensiva sul piccolo schermo: sarò io a decidere chi andrà nel talk show. Lealisti contro Alfano, Gelmini: noi il partito della rabbia? Ingeneroso

Rivoluzione di Berlusconi: ora in tv voglio volti nuovi

L'offensiva sulla Rai inizia con la prima nomina della rinata Forza Italia. Quel che Silvio Berlusconi non gradisce granché in queste ore è infatti la presenza massiccia in tv di esponenti del Nuovo centrodestra. La testimonianza, secondo il Cavaliere, che Angelino Alfano – forte anche del suo doppio ruolo di vicepremier e ministro dell'Interno - riesce a garantirsi una presenza tv di tutto rispetto, peraltro a discapito di Forza Italia. A fare i conti di quanto sono stati sul piccolo schermo gli esponenti della nuova formazione politica di Alfano è un approfondimento del Mattinale, la nota ragionata redatta dallo staff di Renato Brunetta e inviata a tutti i parlamentari. Tg1, Tg2, Tg3, SkyTg24, Che tempo che fa e Domenica In: anche se siamo solo ai primi giorni di vita di Ncd – chiosa Il Mattinale - sulle presenze catodiche sono molto organizzati.
Berlusconi si era reso conto del problema già nel week end e ieri ha deciso di correre ai ripari. Va in questo senso la nomina di Deborah Bergamini a responsabile della Comunicazione di Forza Italia per «coltivare le relazioni con giornali, radio e televisioni» e «occuparsi della programmazione delle presenze televisive di parlamentari di Forza Italia nei vari tg e nei programmi di cosiddetto approfondimento». E qui sta il punto, perché il Cavaliere non è affatto contento del fatto che deputati e senatori vengano chiamati direttamente bypassando il partito. L'ex premier, infatti, è convinto sia arrivato il momento di mandare in tv volti nuovi e vorrebbe evitare di vedere alcune facce che considera «poco utili alla causa», soprattutto adesso che Alfano ha iniziato a puntare il dito contro una Forza Italia a suo dire «estremista». Insomma, «non bisogna fare il loro gioco», è il senso del ragionamento del Cavaliere. Che ha scelto la Bergamini non solo perché con lei ha un rapporto consolidato, ma pure per la sua ottima conoscenza della Rai dove ha ricoperto l'incarico di vicedirettore del marketing. E il mandato alla Bergamini sarebbe stato chiarissimo, con tanto di elenco di quelli che secondo Berlusconi dovrebbero andare in tv econ la richiesta di «lanciare volti nuovi».
La competizione tra Forza Italia e Ncd, insomma, inizia dal piccolo schermo. In tutti i sensi se è proprio il Tg di La7 a misurare per la prima volta le due formazioni. Secondo un sondaggio Emg, infatti, il centrosinistra si attesterebbe al 35,45 contro il 33,7 del centrodestra. Forza Italia avrebbe il 18,1% di consensi mentre Ncd arriverebbe al 7,1. Non è un caso che nonostante la rottura il Cavaliere non escluda affatto di correre alle prossime politiche alleato di Alfano, magari sotto l'ombrello del Pdl (nome non del partito ma di coalizione).
Di acqua sotto i ponti, però, ne deve passare ancora tanta. E soprattutto bisognerà vedere quanto profondi saranno gli assestamenti dopo il voto che sancirà la decadenza da senatore di Berlusconi. Ieri, infatti, la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha confermato che si voterà il 27 novembre, anche se Maurizio Gasparri è pronto ad una vera e propria controffensiva con quattro mozioni in aula il giorno prima con l'obiettivo di «smontare» le ragioni della decadenza. Sullo sfondo, intanto, resta una fortissima tensione.

Quando Alfano bolla Forza Italia come «il partito della rabbia», la replica che arriva dai lealisti è durissima. Da Mariastella Gelmini a Gianfranco Rotondi passando per Osvaldo Napoli, la risposta è una sola: «Ingeneroso il comportamento del “diversamente amico” Alfano».

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